Regia di Joe D'Amato vedi scheda film
Uno degli oltre 100 hard realizzati da Aristide Massaccesi tra il 1994 e il 1999, ispirato ovviamente dal più celebre film diretto da Alan Parker nel 1978. È circolato anche in edizione soft, con il titolo alternativo di Trappola perversa.
All'aeroporto di Istanbul, durante un controllo mentre sta per imbarcarsi su un volo diretto negli USA, Sarah (Anita Rinaldi) viene sospettata di essere in possesso di droga. Arrestata e condotta in prigione, finisce sotto le attenzioni di due sadici carcerieri privi di scrupoli: il colonnello Tamurk (Philippe Soine) e la viziosa direttrice della struttura Alina (Letizia Shalimar). In effetti, la perquisizione conferma i sospetti della polizia turca. La funzionaria dell'ambasciata americana (Erica Bella) viene brutalmente violentata, e messa in condizione di non potere in alcun modo favorire il rilascio della ragazza. Sarah, sottoposta a ripetute violenze, inaspettatamente trova supporto morale in Roy (Alberto Rey), un detenuto francese con il quale pianifica un tentativo di fuga.
Fuga di mezzanotte hard: (da sinistra) Erica Bella, Anita Rinaldi, Letizia Shalimar
Aristide Massaccesi, per rispondere alla richiesta del pubblico in anni in cui il genere hard veniva diffuso anche sulle pay-tv (ex Tele +), dal 1994 sino alla sua scomparsa (1999) sprofonda definitivamente nel porno, arrivando a dirigere oltre 100 film per adulti (con sole tre eccezioni che lo riportano al grande pubblico: Top girl, La iena e I predatori delle Antille). D'altronde del cinema esplicito Massaccesi (come Joe D'Amato) ne era stato un pioniere, dato che Sesso nero ha fama d'essere stato il primo film a luce rossa distribuito nelle sale italiane [1], ed era quindi naturale che nel periodo di massificazione home video dei film V.M. 18 anni fosse destinato a diventare il regista più significativo del settore (per produzione e qualità). A differenza dei sui colleghi gira ancora in pellicola, cerca location suggestive e si sforza di dare un senso ai lungometraggi, spesso licenziati con un budget lievemente superiore alla media. Si orienta verso il cinema bis (parodie di titoli celebri) [2], ingaggia attori di richiamo che però riescano anche a recitare (in questo caso Anita Rinaldi, Erica Bella, Joe Calzone, Andrea Nobili), prova a scrivere una sceneggiatura con personaggi credibili e si affida al montaggio della sodale Kathleen Stratton (Rosanna Landi). Affida la composizione della colonna sonora a professionisti (Piero Montanari) e si occupa direttamente della fotografia e delle riprese (con altro pseudonimo: Dan Slonisko). Tanto che qualitativamente Fuga di mezzanotte hard assume l'aspetto, as usual, di un buon film alla Joe D'Amato (in particolare ascrivibile al filone WIP).
Fuga di mezzanotte hard: Letizia Shalimar e Joe Calzone
La trama è più o meno quella del film originale (1978) di Alan Parker, con la sostanziale differenza che qui la tristezza e la malinconia non sono di "cella", cedendo del tutto spazio a scene di sesso esplicito, piuttosto ben attuate dai performers. E non è, come ci si potrebbe aspettare, la sola Anita Rinaldi al centro dell'azione. Dopo un fugace incipit con l'amante, la protagonista finisce in prigione e subisce una perquisizione intima da parte della direttrice, che rivela l'insospettabile nascondiglio della droga (una provetta inserita nella vagina). Poi ci viene mostrata l'aggressione sessuale di due balordi (uno è il bolognese - a sua volta diventato produttore e regista - Andrea Nobili) alla funzionaria dell'ambasciata americana (Erica Bella), quindi si passa a Shalimar [3], lussuriosa bisessuale che predilige però (analmente) l'enorme membro del detenuto Joe Calzone. In novanta minuti, Massaccesi propone scene esteticamente impeccabili, in grado di soddisfare tutti i gusti: blowjob, triangoli, lesbo, esplosioni (al rallenty) di sperma sul viso e persino un'impressionante sodomia finale (caricatore sempre Joe Calzone) subita dalla Rinaldi, il cui volto - tra lo stato di sofferenza e l'estasi - non riesce a mascherare il piacere provato, al di là della finzione. Un lieto fine chiude positivamente la fuga di Sarah dal carcere. Sembra di vederlo, l'infaticabile Massaccesi a fine riprese mentre, assieme alla striminzita troupe, da Istanbul rientra in Italia: già con la mente persa dietro al progetto del successivo hard Amadeus Mozart (1995).
[1] Cifr. "Dossier Nocturno" n.35 (Al tropico del sesso).
[2] Solo per citare qualche titolo: Paprika, Decameron, Tarzan, Robin Hood, Messalina, Giulietta e Romeo, Sansone, Ercole, Caligola, Rodolfo Valentino.
[3] Attrice svizzera dal fisico esile ma di bell'aspetto, che ha recitato per breve tempo solo in una decina di film, perlopiù diretti da Massaccesi.
Fuga di mezzanotte hard: Anita Rinaldi e Letizia Shalimar
"Bisogna essere stati in galera per capire certe cose. Quando finisci in gabbia non ti tolgono solo i vestiti e le scarpe. Ti tolgono tutto, a cominciare dalla dignità. Anche se sei innocente, e perfino se ti hanno incarcerato per i tuoi ideali, dopo qualche tempo cominci a sentirti un rifiuto umano. La ristrettezza degli spazi, l'ora d'aria, i ritmi scanditi dai chiavistelli che aprono e chiudono le porte sono solo il contorno, lo scenario su cui si svolge il dramma, quello vero: il tuo tempo si ferma, le lancette dell'orologio cominciano a girare a vuoto e la vita non ti appartiene più. Potrai riempire quel tempo – come ho fatto io – leggendo un libro dopo l'altro e arrivare a conseguire una laurea, ma sarà sempre una finzione. Finché stai chiuso là dentro, il tuo destino è nelle mani di altri."
(Bruno Morchio)
(Video soggetto a limiti d'età)
F.P. 08/03/2022 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 93'13")
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