Trama
Nel 1850, in una fattoria nello stato di New York, Abigail e Dyer hanno appena perso la loro unica figlia a causa della difterite. Ancora in lutto, Abigail fa la conoscenza dei nuovi vicini, Tallie e il marito Finney. Le due donne formano così un legame fatto di intimità sempre maggiore e passionale devozione. Quando i mariti comprenderanno l'intensità della loro relazione, la situazione sfuggirà presto a tutti di mano.
Curiosità
Tre domande alla regista Mona Fastvold
1. Da dove nasce il film? È sempre un mix interessante quello dato da una scrittrice che adatta un racconto.
La sceneggiatura mi è arrivata grazie alla produttrice Whitaker Lader, che aveva visto tutti i miei film precedenti. Ne sono rimasta incantata sin da subito: il testo era insolitamente bello. C'erano alcuni dettagli che mi permettevano di approfondire meglio i temi legati alla sessualità e alla maternità della protagonista e che mi offrivano la possibilità di plasmarli con la mia prospettiva. Mettendo io mano alla storia, ne abbiamo cambiato la struttura individuando alcuni punti che potevano essere maggiormente espansi anche visivamente. Con gli scrittori Ron Hansen e Jom Shepard abbiamo collaborato serenamente: nonostante i punti di vista diversi, non siamo mai entrati in conflitto. Anzi, mi hanno incoraggiata moltissimo durante la produzione.
2. Conosceva già i lavori di Hansen e Shepard? Che idea ha dei due?
No, non conoscevo i loro precedenti lavori. Ho però visto L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, basato su un romanzo di Ron. Pian piano il loro modo di vedere le cose mi è diventato familiare, così come mi sono abituata al fatto che in comune hanno la passione per la ricerca storica. Considero entrambi due investigatori del passato. La storia al centro del film, ad esempio, viene fuori da una piccola nota che Jim ha trovato leggendo il vecchio diario di una contadina, scritta ai margini tra cose da fare e appunti sul clima: "la mia miglior amica si è trasferita, non penso che la rivedrò mai più". Tra le righe, vi ha letto un sentimento di rammarico misto a dolore. Da lì ha poi costruito tutta la storia".
3. Centrale è il tema dell'interiorità femminile, splendidamente descritta in un dialogo tra Abigail e Tallie.
L'interiorità femminile è uno dei temi principali, è vero. Volevo raccontare una storia d'amore che catturasse tutta la gioia e la voglia di vivere di due persone che si ritrovano l'una nell'altra. Il senso di colpa e la vergogna sono spesso al centro delle storie d'amore lgbt: io volevo invece che il mio film esprimesse l'estasi legata alle prime fasi dell'amore. Le mie protagoniste vivono così isolate che i loro unici rapporti interpersonali sono stati prima con i genitori (e con la famiglia in generale) e poi con i mariti. Abigail e Tallie potrebbero non aver mai conosciuto l'attrazione, la passione o il feeling intellettuale tra due innamorati, per di più appartenenti allo stesso sesso. Senza un precedente, non possono considerare peccaminoso o vergognoso ciò che si crea tra loro. Anzi, si chiedono soprattutto all'inizio se ciò che sta accadendo a loro sia unico e mai capitato a nessun'altra donna prima.
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- Queer Lion al Festival di Venezia 2020
Commenti (4) vedi tutti
La voce fuori campo è talmente presente che sembra un audiolibro. La storia è bella... ma raccontata in maniera molto lenta.
commento di Aiace68Abbastanza noioso, questo film raccontato come elucubrazioni mentali della protagonista.
commento di gruvierazLa voce off limita la visione ma i sentimenti repressi sono ben raccontati con scenari di sfondo tetri e plumbei ....quasi un western antiepico.Bello.
commento di ezioPurtroppo una delusione per l'uso invadente della voce narrante e la smania di raccontare verbosamente i sentimenti invece di metterli semplicemente in scena.
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