Regia di John Andreas Andersen vedi scheda film
Andersen, dopo il discreto "The Quake" , insiste con il genere catastrofico " made in Norway", dimostrando come anche da quelle parti si possa fare del buon cinema e ci siano maestranze sceniche e tecniche di livello.
Questa volta l'azione si svolge su una serie di piattaforme petrolifere nel mezzo del mare della Norvegia, la cui stabilità è messa a rischio da alcune perdite di gas del sottosuolo.
Nel mezzo, c'è tempo per una love story tra la giovane protagonista impegnata nel campo e che ha messo a punto un robot subacqueo simile ad un serpentone utile per le manovre di emergenza , ed un tecnico che lavora proprio su una delle piattaforme che stanno implodendo. Un disaster movie plausibile e per quanto sia anche realistico, con al centro la figura di una donna forte e decisa, girato con poche perdite di ritmo e tensione, senza per questo abusare di effetti in digitale, che sono fra l'altro pochi e molto ben fatti. Un film che si lascia seguire senza difficoltà seppure non racconti nulla di nuovo, utilizzando il solito canavaccio di sceneggiatura
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