Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Una coppia si apparta in una località marina presso una casa diroccata, una bambola impiccata all’interno li spaventa e li incuriosisce…Christian Bauman è il maggiore azionista di una grande società presieduta dal fratello Fritz, mentre girovaga per la costa con l’amica pittrice Kenia si imbatte in una ragazza bionda riversa sulla spiaggia, è Barbara in stato confusionale. Scappa all’improvviso, ma grazie ad un indizio la ritrova nello yacht Tucania di Alex, un suo spasimante. Christian e Barbara decidono di allontanarsi per rinchiudersi in un motel, mentre lui si taglia la barba un uomo entra nel bagno e cerca di ucciderlo ma accidentalmente è Bauman a spararlo. Dopo aver raccontato il fatto alla ragazza, il presunto cadavere dell’uomo misterioso scompare. Insieme decidono di trasferirsi in un faro abitato da un’amica di Barbara ma pare abbandonato e piuttosto sinistro. Si materializzano Malcolm e Clorinda, due nuovi inquilini del posto. Al termine dei convenevoli le coppie si separano. Christian, specie dopo il drammatico evento del motel, si sente perseguitato e comincia a vivere uno stato di paranoia in cui sospetta di tutti. Il mite Malcolm viene ucciso, Barbara sparisce, il killer “ucciso” nel motel riappare, un certo Luca appare e scompare, Christian teme che dietro tutto ciò ci sia Alex. Sostituitosi all’inquietante killer Torres viene ritenuto morto, scopre la verità che si chiama Fritz e Barbara ma è solo una parte di verità. Finale sorprendente.
SPASMO è un thriller che Umberto Lenzi ricevette dalle mani del produttore Ugo Tucci destinato inizialmente a Lucio Fulci, scritto da due giovani e inesperti sceneggiatori e “supervisionato con la mano sinistra” dal navigato Massimo Franciosa. Il regista toscano decise di aggiustare il copione inserendo soprattutto degli elementi che spiegassero alcuni passaggi oscuri e irrazionali. L’invenzione delle bambole per esempio (create dal compianto Carlo Rambaldi) disseminate per l’intero film, ne capiamo il significato solo alla fine. Geniale non c’è che dire. La prima parte è basata sull’accumulo di suspense, tensione (a corrente alternata) e mistero. Dialoghi un po’ verbosi, qualche incongruenza. Nella seconda parte SPASMO cresce e convince. Lenzi, citando un giallo di Fruttero & Lucentini, gira questo “Enigma in luogo di mare” con vari stili (perlopiù tradizionali, poca macchina a mano e qualche zoomata di troppo) ricreando atmosfere e suggestioni ambigue. Le musiche di Ennio Morricone sono fondamentali come sempre, inoltre non essendo invasive (in particolare le malinconiche melodie) aiutano nel difficile compito di raccontare una storia di follia familiare che ha origini nell’infanzia. Robert Hoffman/Christian (doppiato da Massimo Turci) interpreta bene le “grosse falle psicologiche, psichiche ed emotive” che lo attanagliano. Bene anche Suzy Kendall, il feticcio di Lenzi e del giallo all’italiana Ivan Rassimov, incisivi anche Adolfo Lastretti (il killer che visse due volte vestito come un Dylan Dog ante litteram) e Mario Erpichini (Alex).
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