Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Pur essendo abbastanza arzigogolato, Spasmo si può tranquillamente collocare tra i migliori risultati del maremmano Umberto Lenzi (ammirato, come ben si sa, soprattutto all'estero).
In un primo momento può lasciare perplessi perché non è esattamente un thriller del tipo che ci si potrebbe aspettare (in particolare pensando ai classici argentiani): qua non si punta su un intreccio seriale di delitti, non c'è il respiro dell'assassino che alita minaccioso, non ci sono esplosioni di sangue, ma, al contrario, l'attenzione va alle dinamiche psicologiche, all'atmosfera enigmatica che si staglia però per lo più nelle giornate luminose e nelle pinete dei territori tra Ansedonia, Porto S. Stefano e Porto Ercole (GR); si confondono le idee per preparare il colpo di scena; si lavora anche di tecnica (i movimenti di macchina a mano) e si dà un certo risalto alla cura formale (cosa che, in molti degli ultimi film di Lenzi, lascia a desiderare); vengono citate anche le bambole di baviana memoria, ma con garbo e fascino (vedi il finale con Rassimov).
Non manca qualche assurdità o ingenuità, ma il divertimento e la suggestione possono bastare, purché non si cerchi ritmo a mille. 7 1/2
Buona la musica di Ennio Morricone, dolce e malinconica ma anche stridente quando serve.
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