Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Giallo all’italiana che si discosta dal filone spaghetti thriller iniziato da Mario Bava e proseguito da Argento (e compagnia). Per intenderci non si assiste a una catena di omicidi perpetrati da un assassino con guanti in pelle, né si hanno detective improvvisati o poliziotti intenti a risolvere il caso. Si assiste, invece, a un intrigo ben costruito con molti personaggi ambigui coinvolti in una sorta di macchinazione che spiazza il protagonista e lo spettatore. La pellicola decade un po’ nell’inverosimile spiegazione finale dei fatti, quando si tratteggia la pazzia come una spia che si accende in un momento determinabile dalla scienza medica. Memorabile l’ultima e perversa scena con Ivan Rassimov in azione. Per concludere sulla sceneggiatura, occorre dire che sarebbe stato opportuno curare un po’ di più i dialoghi, visto che spesso si rivelano banali e talvolta (in particolare quelli della Kendall) contraddittori.
Passando alla regia, Umberto Lenzi, pur non essendo un maestro al livello di Bava, Argento, Fulci e Martino, offre un taglio più che sufficinte e regala qualche brivido con inquietanti riprese dalla soggettiva dei personaggi.
Sufficienti le interpretazioni e la musica di Morricone. Sicuramente tra i migliori thriller di Lenzi. Da vedere per gli appassionati del genere.Voto: 7+
Morricone ha fatto di meglio.
la spiegazione finale.
Ordinario.
Maluccio, l'ho vista recitare meglio in altri film,
Più che sufficiente.
Adeguata con qualche discreta zampata di mestiere.
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