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Lo specchio

Regia di Jafar Panahi vedi scheda film

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La recensione su Lo specchio

di Peppe Comune
8 stelle

Mina (Aida Mohammadkhani) esce dalla scuola elementare e scopre che la madre non è ancora venuta a prenderla. Dopo aver aspettato per un bel pò decide di ritornare da sola a casa così si immerge i quel brulichio umano che è la città di Tehran. Ad un tratto la bambina si ferma, dice che si è stancata e di non voler più fare l'attrice. Ma il film continua lo stesso perchè Mina viene lasciata libera di tornarsene a casa ma ha ancora il microfono addosso e una macchina da presa che la pedina.

L'espediente narrativo serve a Jafar Panahi per creare un rapporto di stretta inderdipendenza tra realtà e finzione dove un prima e un dopo sono resi noti perchè funzionali all'idea di generare la percezione di due entità speculari che rappresentano l'una il prolungamento dell'altra. Dopo lo smascheramento del trucco lo spettatore è indotto a guardare con più attenzione le gesta della piccola Mina e non noterà nessuna differenza sostanziale tra il momento della finzione scenica e quello della realtà  dato che le  richieste d'aiuto della bambina per tornare a casa seguono lo stesso canovaccio come uguali sono, sia gli attegiamenti degli adulti, che anche quando sembrano in procinto di aiutarla si accorgono di dover fare dell'altro, che la partita di calcio tra Iran e Corea del sud che accompagna a suon di gol ( per la cronaca, finì 6 a 2 per l'iran con tre gol di Ali Daei) il suo peregrinare per la città. La rappresentazione cinematografica della realtà e la realtà stessa coincidono. Epurati da ogni espediente meramente spettacolare, Panahi (ripercorrendo la strada già tracciata da Kiarostami e Makhmalbaf) porta all' estremo l'idea che, fermo restando l'imprescindibile filtro rappresentato dal cineoperatore (il Kinoglaz di Vertov), è possibile tasmigrare la realtà nel cinema e il cinema nella realtà. Oltre gli interessanti spunti di riflessione che il film può offrire in tema di linguaggio cinematografico, "Lo specchio"offre un ottimo spaccato della vita della capitale iraniana. Ottimamente capace di riprodurre gli umori e i rumori della ordinaria quotidianetà cittadina, Panahi guarda di sottecchi la città di Tehran e c'è ne mostra gli aspetti retrivi attraverso la rappresentazione delle sue assonanze con l'occidente (il traffico cittadino, la partita di calcio, i cittadini affaccendati). La piccola Mina, nel suo girovagare cittadino, si insinua tra le pieghe di una società maschilista e sorda alle richieste d'aiuto dei più deboli, una società complessa e contraddittoria in cui il formalismo delle azioni  ha una forza tale che rischia di anestetizzare anche gli slanci emotivi più puri. Il film è sinceramente poetico oltre che tecnicamente ineccepibile. Sorprendente la piccola Aida Mohammadkhani.

 

http://www.effettonotteonline.com/news/images/stories/11_05/lospecchio_5.jpg

 Lo specchio - Aida Mohammadkhani

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