Regia di Stuart Heisler vedi scheda film
Tutto sommato non un remake inutile o dannoso, anche se non all'altezza dell'originale. Va rimarcato, tra gli aspetti positivi, il ridimensionamento del prevaricante e sdolcinato ruolo del cane e la sostituzione della francamente umiliante, risibile (per non dir razzista) e datata pantomima da comica di inizio secolo cui veniva costretto il "colored" addetto alle baite, con un più tollerabile e moderato ruolo ricoperto dalla celebre comparsa di origine ispanica Pedro Gonzales-Gonzales. Colore e cinemascope sono due ideali stampelle per un rifacimento che rischiava di rivelarsi claudicante in partenza. Peccato per il taglio dell'iniziale passeggiata nel parco che affievolisce e compromette in parte la portata del messaggio natura=libertà, città=prigione splendidamente evidenziato ne "Una Pallottola per Roy". Per il resto, minime variazioni che non inficiano la storia. La coppia Bogart-Lupino, per i pur bravi Palance e Winters, rimane ineguagliabile. Oltre a Lee Marvin appare anche per pochi secondi un ancora adolescenziale Dennis Hopper. Gettato letteralmente nel water il climax finale, mirabilmente coronato di pathos, del modello antecedente.
Lee Marvin che le busca e se la fa sotto? Vedere per credere.
Una condanna per lei. Sia la sfida con la Lupino (che per doti recitative sarebbe stata anche in grado di sostenere), sia il perenne ruolo di vittima predestinata e di donna costantemente inappagata.
Tra i volti più facilmente identificabili di Hollywood. Da perfetto gangster. In alcuni momenti pare tema l'improvvisa apparizione di un Bogey che, ammonendolo, faccia crollare in lui ogni desiderio di emulazione. Più fragile, ma anche più pateticamente ed improponibilmente svenevole e spasimante. Meglio ottima spalla che discreto protagonista.
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