Regia di Sergio Garrone vedi scheda film
War Movie italiano, miscelato al filone spionistico (parte riuscita meglio, perché meno penalizzata dal budget), all'insegna del vorrei ma non posso. Sergio Garrone appare assai ispirato alla regia, lo si capisce fin dal prologo (sarà in parte ripreso, non so quanto volontariamente, da Allied di Zemeckis) assai ben ritmato e costruito sulla scia dell'esperienza maturata al servizio del genere western. In quest'ultima ottica si nota anche una palese citazione a Ombre Rosse di John Ford con un convoglio militare braccato, in pieno deserto, da un'orda di beduini in sella ai cammelli. Buchholz si trasforma nel John Wayne di turno e, armato di mitra, monta sul tetto del mezzo per sparare agli inseguitori. Per sua fortuna, come nel film di Ford, arriverà in soccorso, dalla parte opposta rispetto ai rivali, la cavalleria qua rappresentata da un'altra tribù di beduini evidentemente in combutta con gli italiani e i tedeschi. Al di là di queste soluzioni, Garrone non può andare, limitato dalla deficenza economica messagli a disposizione dai produttori agli ordini di Amedeo Mellone (produttore di B-Movie quale 1.000 Dollari sul Nero di Cardone e La Figlia di Frankenstein). Il regista arriva alla pellicola dopo sei spaghetti western e ne mantiene, per quanto possibile, il registro visivo, aiutato da location desertiche che ben si prestano al taglio western. Così lo vediamo giocar di continuo con la macchina da presa, tra zoom in, zoom out, inquadrature di sbieco, carrellate e soprattutto attingere, al montaggio, da un innumerevole materiale di repertorio (come era uso fare in questo genere), tra esplosioni e voli aerei d'epoca (alcuni inserti montati più volte). Il montaggio riesce piuttosto bene, sebbene la fotografia non riesca a mascherare i trucchi scelti per ovviare alla carenza di buget. Aspetto quest'ultimo che inficia il risultato tecnico e richiede allo spettatore di sorvolare sulla carenza dei fondi.
Il soggetto, molto lento nel suo sviluppo, parla di un'impresa dell'aviazione italiana e di come cinque aerei tricolore, grazie all'appoggio a terra di un mercenario spagnolo (l'ottimo Buchholz, il nazista che gioca agli indovinelli con Benigni ne La Vita è Bella), siano riusciti a bombardare i depositi di carburante inglesi in Bahrein, poco prima della pianificazione dello sbarco in Sicilia, facendo scalo in pieno deserto per rifornirsi di carburante in precedenza rubato dal fiancheggiatore spagnolo. Viene inserito anche un assalto a una base tedesca ordito da alcuni partigiani, occasione per muovere qualche carro armato e mettere in scena qualche esplosione con voli acrobatici degli stunt.
Buono il cast artistico e tecnico, per un film piuttosto corale che ha in Riccardo Garrone e Buchholz gli eroi di turno, il primo della seconda parte e l'altro del primo tempo, e in William Berger l'uomo che cerca di rompere le uova nel paniere. Bella la colonna sonora di Ritz Ortolani. Manca un po' di azione, ma ci si può stare, sebbene vi siano dei buchi narrativi (soprattutto la parte relativa al tentativo di ribellione messo in atto dal personaggio di Carlo Gaddi, il capo mercenario arruolato da Buchholz, che poi passa a collaborare con gli inglesi). Ruolo importante anche per la bella Sylva Koscina. Ci sono poi i volti noti di Howard Ross (pilota d'aereo) e Carlo De Mejo.
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