Regia di Romano Ferrara vedi scheda film
Due agenti dell'FBI indagano sulla scomparsa improvvisa di uno scienziato impegnato in ricerche all'avanguardia sull'energia atomica; l'unica pista attendibile li porta in un teatrino scalcinato gestito da un burbero impresario che ha parecchio di losco.
Soggetto di L. (Lucio) Marcuzzo, sceneggiatura di A. Doyle: chi sarà mai quest'ultimo? Pare si tratti di Adriano Baracco, naturalmente sotto pseudonimo anglofono come usava all'epoca; il regista d'altronde si fa accreditare sui titoli di testa come Roy Freemount, per allitterazione con il nome reale Romano Ferrara. Al di là della curiosità, di un lavoruccio come Intrigo a Los Angeles non rimane granchè: noir/spionaggio blando nei contenuti, trascurato tecnicamente e farlocco nelle atmosfere, il film risulta solo l'ennesima scopiazzatura nostrana delle analoghe - ma dotate di maggior budget e maggior appeal - pellicole americane. Neppure nel cast artistico troviamo sorprese degne di nota: i protagonisti sono interpreti di serie B/C del calibro di Luciano Marin, Carole Walker, Mary Luger; un paio di buoni caratteristi si spendono per ruoli marginali: Ugo Fangareggi e Renato Terra. L'unica reale attrazione de Intrigo a Los Angeles è perciò la colonna sonora jazzata, a firma di Piero Umiliani: una certezza. Fotografia del futuro regista Adalberto Albertini. Terza delle sei regie di Ferrara in un decennio, a seguito del quale il Nostro abbandonerà il set. 2,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta