Regia di Angel Gómez Hernández vedi scheda film
Esaltante debutto nel lungometraggio da parte del giovane cineasta spagnolo Ángel Gómez Hernández. Voces è un concentrato di temi tipici del genere horror ma elaborati con una efficace cifra stilistica. Un film incantevole e spaventosamente intrigante.
Daniel (Rodolfo Sancho), assieme alla moglie Sara (Belén Fabra) e al piccolo figlio Eric (Lucas Blas), si trasferisce in una enorme casa, appena acquistata. Subito dopo il trasloco, Eric sostiene di udire voci tramite walkie talkie ed esprime una fantasia macabra realizzando disegni inquietanti. La coppia non dà troppo peso a quello che sembra un classico comportamento infantile, incoraggiata anche dal responso di una psicologa che ha in cura il bambino. Ma in breve tempo una tragedia, inattesa e inesplicabile, colpisce la famiglia: Eric viene rinvenuto privo di vita nella piscina. Sara, afflitta dal dolore, decide di abbandonare l'abitazione. Non Daniel, dato che ha investito tutto nel progetto e intende procedere comunque con i lavori di restauro. Nascosto nell'audio di un messaggio telefonico inviato a Sara, Daniel è certo di riconoscere una disperata richiesta di soccorso da parte di Eric. Provato dal dolore e sconvolto dall'esperienza si rivolge a Germàn (Ramón Barea), uno scrittore esperto di psicofonia. Sin dal primo momento che l'uomo - accompagnato dalla figlia Ruth (Ana Fernández) - giunge sul posto per indagare, fenomeni paranormali testimoniano la presenza di una malvagia entità, legata al trascorso del fabbricato. Daniel scopre infatti con orrore che un tempo la casa era un luogo di tortura e morte: un tribunale utilizzato dall'inquisizione, con sotterranee stanze adibite agli interrogatori (effettuati sotto tortura) delle sventurate donne in sospetto di stregoneria.
"La Santa Inquisizione pensava che ogni castigo inflitto dovesse rispecchiare il delitto che era stato commesso. Se il peccato era la blasfemia, la menzogna o la manipolazione, la tortura veniva applicata alla bocca della vittima, perché non venisse più usata." (Germàn, di fronte al corpo straziato della strega)
Sorpresa decisamente inattesa questo potente horror "d'altri tempi", opera di Ángel Gómez Hernández, giovane e promettente cineasta al debutto nel lungometraggio dopo aver realizzato una serie di corti molto apprezzati. Autore anche del soggetto, poi sviluppato in sceneggiatura da Santiago Dìaz, Hernández riesce a concentrare in poco più di 90 minuti un insieme di temi e situazioni che hanno - per decenni - contraddistinto il cinema horror. Detto che l'originalità non è di casa, essendo nel complesso un insieme di citazioni (tra i tanti si riconoscono lampanti omaggi a Mario Bava, Sam Raimi, al J-horror, a Poltergeist e persino a La chiesa di Michele Soavi), Voces si distingue comunque dai contemporanei esemplari del filone per una precisa ricostruzione delle atmosfere Anni '80, perfettamente adattate al nuovo millennio.
Particolarmente curato, il film è impreziosito dal professionale lavoro delle maestranze coinvolte. Scenografie, interpretazioni, dialoghi e - di fondamentale contributo - colonna sonora (particolarmente spaventosa se intesa nel suo complesso) fanno di Voces una vera rarità nel genere. Hernández è al suo esordio ma già dimostra di possedere uno stile ed una tecnica che alcuni professionisti di lungo corso possono solo invidiare. Come dimostra la splendida ripresa iniziale (e premonitrice) in campo lungo, effettuata dall'alto con delicato uso dello zoom, sulla piscina: una scena che verrà poi ripresa prima dei titoli di coda; o, davvero da antologia del cinema horror, l'inquadratura ripetuta tre volte con la spaurita Sara a spiare sotto e sopra il letto, mentre gambe scheletriche sembrano annunciare una presenza che sembra in simbiosi con lo spettro del piccolo Eric. All'inizio della visione pareva di trovarsi di fronte all'ennesimo innocuo film sopravvalutato stile Babadook, invece dopo mezz'ora Voces impenna e prosegue inarrestabile in direzione inferum, svelando per gradi una storia che - finalmente - torna a fare tremare i polsi. Non solo Hernández gestisce al meglio la macchina da brividi, ma riesce anche a chiudere meravigliosamente bene. E dato che stiamo trattando di un film di genere horror, s'intende che il finale è tutt'altro che consolatorio.
Citazioni
"Mio figlio è morto da poco, e credo di avere registrato la sua voce." (Daniel)
"Penso che non possiamo fidarci né di quello che vediamo, né di quello che sentiamo." (Germàn)
"Tutti abbiamo perso qualcosa o qualcuno. Un amore, una battaglia, una speranza, o semplicemente un soffio di vento, una manciata di stelle nella mano, il riflesso di uno sguardo sul vetro." (Fabrizio Caramagna)
F.P. 30/11/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 98'28") / Data del rilascio mondiale (in streaming): 27/11/2020
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