Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Ry Cooder porta una camicia sgargiante e ha un sorriso schivo. Suo figlio Joaquim ha le stesse camicie, lo stesso sorriso ma, invece della chitarra, suona la batteria. Girano per Cuba, cercando vecchi musicisti e quella che fu la sede leggendaria del Buena Vista Social Club. Qualche anno fa, Cooder registrò a Cuba un disco intitolato “Buena Vista Social Club”, insieme a vecchie glorie della musica locale, per lo più dimenticate. Il disco fu un successo mondiale e vinse il Grammy Award. Nel ’98 è stata la volta dell’album con voce solista di Ibrahim Ferrer: insieme a Cooder, partirono per Cuba anche Wim Wenders e una piccola troupe, che hanno seguito e ripreso i Super-Abuelos (i Super-Nonni) nei concerti di Amsterdam e della Carnegie Hall di New York. È nato questo film, che trasmette la stessa malinconia quieta e lo stesso amore appassionato per la musica che si legge sulla faccia di Ry Cooder. I racconti dei musicisti si alternano alle immagini dell’Havana, ai concerti, con un equilibrio e una naturalezza . In realtà, “Buena Vista Social Club” non è un film concerto, ma un atto d’amore per qualcosa che si sta perdendo, forse una generazione con le sue sonorità, forse un paese, forse un sogno. Quando la macchina da presa gira intorno a Ibrahim Ferrer e Omara Portuondo che incidono in sala di registrazione e poi, sul ritornello, stacca, e li inquadra in concerto, quasi con le lacrime agli occhi, il cinema, la musica, la storia di molte vite fanno un tutt’uno.
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