Trama
Anno 2050. Le temperature hanno raggiunto livelli insopportabili, la maggior parte delle specie animali è scomparsa, centinaia di milioni di persone sono divenute rifugiati climatici e le riserve di petrolio, carbone e gas sono completamente esaurite. La sesta estinzione di massa non è più una mera ipotesi: è una realtà. Mentre la misteriosa Luna Rossa si avvicina pericolosamente al pianeta Terra, c'è un solo uomo che potrà salvare il mondo: si tratta di Paul W.R., il più talentuoso astronauta della sua generazione. Ma, a poche ore dalla grande missione che lo attende, Paul scompare.
Curiosità
INTERVISTA AL REGISTA
L'origine del progetto
Avevo immaginato questa storia per gli Audi Talents Awards, che poi ho avuto la possibilità di vincere, il che mi ha permesso di realizzare un cortometraggio di 17 minuti dove ho posto i primi tasselli di questo universo e dove c'era già Paul W.R. Abbiamo creato questo cortometraggio che è andato molto bene in tutto il mondo - abbiamo girato molti festival e abbiamo vinto molti premi - e molto rapidamente, ho voluto trasformarlo in un lungometraggio.
Come sei passato al lungometraggio?
Ho sviluppato molte versioni - onestamente, ce ne saranno state 17 o 18 diverse - ma sempre cercando di mantenere ciò che era importante per me, cioè parlare dell'infanzia.
I punti di riferimento durante la scrittura
Questo film assomiglia al modo in cui ho imparato ad amare il cinema. Inizialmente mi sono nutrito di film americani ed ero un grande fan di Harrison Ford e di Blade Runner. Quando l'ho visto, non sembrava affatto un film di eroi. C'era qualcosa che mi affascinava e che andava oltre "l’eroe buono che salva il mondo dai cattivi". Poi, crescendo, ho scoperto il cinema asiatico e in particolare Takeshi Kitano. C'è anche il cinema sudcoreano che mi ha davvero colpito. Un po' più tardi, ho riscoperto la Nouvelle Vague francese. Un film come Il bandito delle 11, che è di fatto un Bonnie & Clyde francese, che assume pienamente questi codici. A Godard piaceva giocare con i codici americani per fare dei film iper-personali e iper-francesi, e trovo interessante questa mescolanza. Nutrito da tutto questo, ho fatto un film che volevo risultasse abbastanza visivo e che assumesse i suoi riferimenti, per installare prima un intero universo e poi passare rapidamente al tema dell’infanzia.
Sci-Fi in Francia
Quando stavamo cercando i finanziamenti per il film, ci è stato spesso detto che i francesi non avevano molto da dire sulla fantascienza, che non era il nostro territorio e che dovevamo lasciarlo fare agli americani. Questo è completamente sbagliato. Jules Verne è quasi l'inventore della fantascienza e potremmo naturalmente pensare a Méliès. La fantascienza è nel nostro DNA ed è ovvio che possiamo realizzare film di fantascienza. Infatti, più mi viene detto di non fare qualcosa, più mi viene voglia di farla.
Il tema dell’ecologia nel film
Vedo L’ultimo giorno sulla terra come una sorta di favola anticipatrice e anche una favola ecologica. Mi sono davvero rituffato nelle mie sensazioni d'infanzia, in particolare al nostro rapporto con la natura e a questa sorta di fascino, di connessione che abbiamo con la natura quando siamo bambini e che con l’età possiamo perdere. Volevo creare un forte legame tra Paul e la Luna Rossa, facendo riferimento proprio a questo, e questa Luna Rossa è a metà tra gentilezza e minaccia. Gli uomini si interrogano su di essa, e il film mette in discussione il nostro rapporto con la natura, e il modo in cui da bambini vediamo il mondo, e come da adulti dimentichiamo quella visione.
L'incontro con Apache
Sono stato molto fortunato ad incontrare Fannie Pailloux. L'incontro è avvenuto un po' per caso, e molto rapidamente ha funzionato perché lei è molto appassionata e ha avuto la follia di dire 'questo progetto è impossibile, è complicato per un’opera prima come produttore e come regista, ma tanto meglio, andiamo, spacchiamo tutto e facciamolo!' È stato estremamente intenso, abbiamo passato mesi insieme a David e Fannie cercando di convincere le persone, dicendo loro che dovevamo fare progetti leggermente diversi in Francia.
La paura di non riuscire a realizzare il film
Abbiamo iniziato le riprese senza sapere se saremmo riusciti a finire il film. Un po' prima dell'inizio delle riprese, non avevamo garanzie perché tutto era ancora incerto e sentivamo che eravamo vicini a non avere abbastanza soldi per girare. Non avevamo ancora nessuna firma né garanzia, eravamo sul filo del rasoio ma, allo stesso tempo, avevamo messo nel progetto tutta l’energia possibile.
Il casting di Hugo Becker (Paul W.R)
Ho scoperto questo giovane attore e ho pensato che avesse il volto di un uomo francese credibile come salvatore dell'umanità. Onestamente, questo tipo di profilo non è molto comune! Ha un profilo all'antica e una voce che ricorda gli attori degli anni '60. Mi è piaciuto e ho pensato che fosse adatto all'universo del film. Ho dovuto rompere le sue pulsioni di eroismo, per trovare un personaggio più sensibile. Il ruolo può avere un lato eroico, ma non ero interessato a trattarlo solo come tale. Mi ha ascoltato molto, ne abbiamo parlato parecchio e abbiamo anche fatto molte prove. Abbiamo sempre dovuto trovare il giusto equilibrio per riportare la sensibilità di cui avevo bisogno per sentirmi vicino al personaggio.
Il casting di Lya Oussadit-Lessert (Elma)
Per la parte di Elma, è stato un po' più complicato. Volevo scoprire un’attrice e un volto che non si fossero mai visti prima. Molto presto, la direttrice del casting Swan Pham mi ha mostrato un'audizione e l'ho trovata perfetta per il film. L'ho incontrata e ben presto siamo andati d'accordo e ho capito che era lei. Aveva questa sensibilità e questa emotività, e allo stesso tempo questo lato "iper-vivace". Lei era il personaggio.
Il casting di Jean Reno (Henri W.R)
Per la parte di Henri W.R, il padre di Paul W.R, avevamo bisogno di un attore francese che sembrasse capace di gestire un'impresa internazionale e credibile nel ruolo di un individuo in grado di mandare uomini nello spazio! Glielo abbiamo chiesto e mi ricordo, stavo girando e ho ricevuto una chiamata dalla direttrice del casting che mi ha detto "l'ha letto, gli piace molto, lo farà". Ero così felice! Penso che la storia gli sia arrivata, che abbia fatto eco a qualcosa che gli è capitata quando era più giovane e soprattutto al suo lavoro con Luc Besson. E poi, penso che gli piacciano i progetti un po' diversi, penso che fosse felice di vedere un giovane regista che cerca di proporre qualcosa di insolito.
Il casting di Paul Hamy (Eliott W.R)
Eliott W.R è un vero personaggio cinematografico. Il suo percorso è ispirato a una storia vera di due fratelli gemelli americani che lavoravano alla NASA. Uno andò nello spazio, l'altro no. Quando il primo tornò, il suo DNA era cambiato di oltre il 7%, che è molto. Sono partito da quella storia. Ho subito pensato a Paul Hamy. È un attore che dà tutto se stesso, non ha paura di sbagliare o strafare, rischia e ha una vera follia dentro di sé, che è affascinante. È un attore che mi ha commosso molto.
Il casting di Philippe Katerine (lo speaker radiofonico)
Avevo in mente Robin William in Good Morning Vietnam: questo tipo di conduttore radiofonico che non si lascia mai andare, che rimane aggrappato. Ha quel tono, quella voce e quel tocco di follia. All'inizio era solo una voce e alla fine abbiamo pensato che sarebbe stato molto bello se fosse stato un piccolo ologramma. La parte si adattava molto bene a Philippe Katerine.
Il Direttore della Fotografia Jean-Paul Agostini
Il Direttore della Fotografia è Jean-Paul Agostini. L'avevo conosciuto durante il cortometraggio. Jean-Paul è uno dei migliori Direttori della Fotografia francesi, in genere ho sempre girato da solo i miei film. All'improvviso, è stato piuttosto divertente perché invece di manovrare la macchina da presa, si è concentrato sull'illuminazione e ci siamo trovati in una sorta di unione sorprendente. Ci siamo un po' fusi insieme ed è questo che credo abbia reso possibile le riprese, dato il poco tempo a disposizione. Era presente al 100%, senza fare domande. Ci sono tante volte in cui avrei voluto guardarlo e dirgli grazie. Quindi, grande collaborazione, signor Agostini!
Sulle 5 settimane di riprese
Sono state 5 settimane pazzesche durante le quali ho dormito pochissimo e dove sono stato tutto il tempo concentrato nelle riprese e dedicato con passione a questo progetto. E allo stesso tempo, è stato un momento fuori dal tempo, molto commovente, difficile ed emozionante.
Trailer
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Commenti (3) vedi tutti
Sviluppato male. 5
commento di fra_pagaMancano le idee, si copia a caso il solito "futuro distopico" all'americana, senza dar senso e credibilità ai personaggi. Belli gli effetti, ma anche quelli non riescono a sollevare il livello più di tanto. Ancora una delusione per la fantascienza europea...
leggi la recensione completa di robgorharFilm incomprensibile, in cui tutto deve essere intuito dallo spettatore che deve entrare nella mentalità dell'autore per cercare un senso alla trama. I film catastrofici Americani saranno banali ma almeno, avendo speso milioni in effetti speciali, sono spettacolari. Questo sembra girato nel 1950 a budget ridotto.
commento di Franci64