Eccentrico musical diretto da un esperto di commedie sexy, qui sul palco dell'Alibi, locale di tendenza romano degli Anni '80. Una stravaganza cinematografica girata in massima economia ma che resta impressa per una colonna sonora sensazionale, firmata da Gianfranco Reverberi.
Roma. All'Alibi, un night club riservato agli omosessuali, diverse persone s'incontrano. Nascono relazioni più o meno serie, mentre sul palco va in scena una particolare versione del dramma teatrale di Erode, attratto dalla nipote Salomé, riletta in chiave gay.
"L'apparenza inganna e la verità, per tutti, è quella che si vede, che si tocca. Non quella che si sente nel fondo del proprio animo. La buona fede è difficile da dimostrare: quattro occhi non vedono meglio di due (...) Da quando mi sei apparsa davanti, mi sembra di essere diventato cieco. Non vedo altro che te."
(Erode)
Bozzetti per il manifesto di Gay Salomé
La storia di Salomé viene messa in scena all'Alibi, un locale frequentato da omosessuali. Ma l'opera teatrale si distacca dalla tradizione non soltanto per l'eccentricità degli interpreti: la decapitazione cui va incontro Giovanni Battista, ad esempio, viene riservata ad un ex-schiavo di nome Sirio, colpevole d'avere offeso Salomè. Variazione anche sul finale, con il disvelamento che la bella e perversa Salomè è in realtà un travestito. Chiusa del film con monologo di un clown che deride i benpensanti (ved. citazione in appendice).
Molto male considerato dall'ambiente "culturale" gay, in realtà il film ha un suo fascino. Anzitutto Tarantini affronta il tema con rispetto a differenza, ad esempio, di quanto fatto in precedenti commedie sexy, nelle quali spesso l'omosessualità maschile è stata trattata a livello di burla. Poi si avvale di una splendida colonna sonora che, in un musical, fa la sua bella differenza. Come infatti fanno notare Gomarasca e Pulici: "Non stupitevi se nella vostra testa continueranno a riecheggiare le note di Il tuo bacio Salomé " (La piccola cineteca degli orrori, pag. 81).
E c'è una ragione, essendo il motivo principale composto nientemeno che da Gian Franco Reverberi e cantato a due voci (quella femminile somigliante al tono di Sandra Dobermann degli Art of love).
Gay Salomé è un film povero, quasi improvvisato a causa di una produzione misera, tutto girato all'interno dell'Alibi ma riesce, proprio a causa di quest'atmosfera sperimentale, a farsi seguire tutto d'un fiato grazie anche ad un taglio teatrale, impostato su una recitazione volutamente retorica (Vinicio Diamanti), e al costante sottofondo erotico eterodosso che turba la più ordinaria prospettiva sensuale.
Rossetti, calze a rete, guanti al gomito, fard, mascara, tacchi a spillo, parrucche, braccialetti e mutandine con coda: tutti gli elementi della seduzione femminile indossati da travestiti che mostrano -agitando i fianchi- gambe, schiene e corpi assimilabili a quelli di donne vere. Impressionante poi, a tal proposito, proprio Salomé (Pasquale Zacco), dotato/a di lineamenti -e ripreso durante espressioni del viso- accostabili a quelli di una ragazza al 99,9%. La sovrapposizione di voci femminili (durante l'esecuzione dei brani musicali), unite al già citato leit motiv di Reverberi, rende il tutto assolutamente eccentrico e stravagante.Il film di Tarantini è apparso per la prima e unica volta in VHS grazie alla Shendene & Moizzi (anni 2000) in una edizione monca dei titoli di testa e dei crediti. Dopo un fugace passaggio nel 2008 su TVR (parrebbe in versione estesa rispetto a quella home video) e uno più recente (Espansione TV), il film è letteralmente scomparso nel nulla. Facciamo un appello a Cine34 affinché possa inserirlo nella programmazione: come musical e come singolarità nel panorama cinematografico italiano, Gay Salomé merita certamente il recupero.
Pasquale Zacco, nei succinti panni di Salomé
Michele Massimo Tarantini
Michele Massimo Tarantini è un nome che ricorre spesso nel cinema popolare italiano, avendo coperto attivamente ruoli di sceneggiatore e regista per un lungo arco di tempo (dai primi Anni '70 al 2000 inoltrato). Ha affrontato svariati generi, solitamente coinvolto nelle produzioni della Dania Cinematografica di Luciano Martino, partendo alla grande con il cult movie La liceale, commedia sexy che si distingue dai titoli del periodo (ma anche dai successivi) per una maggior presenza di situazioni erotiche rispetto, appunto, a quelle comiche; oltre, ovviamente, a lanciare definitivamente l'icona sexy che ha i lineamenti di Gloria Guida. Ed è proprio in questo settore che realizza alcune delle sue migliori opere: ad esempio la serie della "Poliziotta", un paio di sequel de L'insegnante e il curioso La professoressa di scienze naturali (con una splendida Lilli Carati). Sul finire degli Anni '70, ispirato dal successo di Flashdance, gira Brillantina rock, una versione nostrana de La febbre del sabato sera e un insolito e ritmato musical dal titolo Gay Salomé. Seguono ancora un paio di titoli diventati dei classici, trasmessi ripetutamente nei palinsesti televisivi (La dottoressa ci sta col colonnello e La moglie in bianco... l'amante al pepe) ma da questo punto in poi la filmografia del regista si riempie di film scadenti: il fantasy Sangraal, la spada di fuoco, il WIP Femmine in fuga, l'erotico Attrazione selvaggia e il pessimo Nudo e selvaggio. Questo progressivo impoverimento artistico non è da attribuire pienamente a Tarantini ma, in maggior misura, la responsabilità è da individuare tra le maglie di un sistema cinematografico ormai in declino, con graduale scomparsa delle sale cinematografiche di "seconda visione" e la progressiva tendenza dei produttori (sempre più indisposti economicamente) ad orientarsi nella realizzazione di film da destinare alla televisione o all'home video. A metà degli Anni '80 ormai il cinema di genere italiano è alla fine, e Tarantini abbandona non solo il set, ma pure l'Italia, stabilendosi per una decina d'anni in Brasile.
"Molte volte non mi riconosco, cosa che accade spesso a coloro che si conoscono. Assisto allo spettacolo di me stesso nei vari travestimenti in cui vivo."
(Fernando Pessoa)
Il tuo bacio Salomé (Gian Franco Reverberi)
Testo
Erode (voce maschile)
Il tuo bacio Salomé mi ridà la gioventù. I verdi anni tornano ancora a splendere.
Il tuo bacio Salomé anche il tempo vincerà. Torna la vita tra le tue dita. Il destino di un re: il tuo bacio Salomé
vale l'immortalità.
Salomé (voce femminile) Il mio bacio vecchio re vale più di una poesia. Forse ti illudi credi che sia facile. Il mio bacio vecchio re non si ottiene con preghiere ci voglion solo due ciglia nere. Dolce voce e chiaro viso: tutte cose
vecchio re
che tu ormai non hai più.
Erode e Salomé (voci alternate)
Il tuo bacio Salomé
vale più di una poesia.
La giovinezza
credi che sia
facile.
Il mio bacio vecchio re
anche il tempo vincerà.
Tra le mie dita
torna la vita.
Gli anni verdi torneranno.
Tu ti illudi vecchio re.
Splende la vita.
Per te è finita.
Citazione
Poesia recitata in chiusa, prima dei titoli di coda (riportata anche nella recensione al film pubblicata su Culturagay):
"Travestito, ermafrodito,
mascolino, femminino,
terzo sesso alternativo:
fai paura ai benpensanti,
sfidi il trono dei regnanti,
sfidi il letto degli amanti,
sfidi il bianco degli altari;
sfidi pure il poliziotto,
la morale dei meschini
sfidi ad ogni crocevia
un insulto, una risata,
se non scappi lesto via
rischi pure una sassata.
La tua ricca fantasia
viene al buio pugnalata.
Tu modesto non sei mai,
ti rimiri nello specchio;
agli ipocriti funesto,
tu ti piaci più che mai.
Invidiato dai sacristi,
sei nei sogni dei ragazzi.
Travestito, ermafrodito,
tutto fuoco, tutto sesso,
ricco solo di te stesso.
Fica o fico fa lo stesso.
Non lo sanno i benpensanti
e gli ipocriti neppure,
figuriamoci i borghesi:
non conoscono il coraggio
della propria identità.
Tutto fuoco, tutto sesso,
fica o fico fa lo stesso.
Quel che serve, quel che vale
è il coraggio di cambiare."
"Non c’è travestimento che possa nascondere a lungo l’amore dov’è, né fingerlo dove non è."
(François de La Rochefoucauld)
F.P. 18/02/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 78'30")
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