Regia di Fritz Kiersch vedi scheda film
Piccolo cult degli anni ottanta. Tratto da un piccolo racconto del maestro King. Non mi ha entusiasmato particolarmente ma ha dei validi motivi per essere visto almeno una volta.
"Grano rosso sangue" un titolo molto noto tra gli amanti dell'horror e sopratutto tra gli amanti di King.
Un piccolo cult degli anni ottanta che a me personalmente non ha entusiasmato proprio per niente.
Sarà che a me i bambini killer mettono paura poco o niente, avevo già avuto esperienze con l'unico film di Carpenter che non mi è piaciuto e cioè "Il villaggio dei dannati".
Che dire, una favoletta per ragazzini, dove alla fine in mezzo ai diavoletti ci sono anche due piccoli angeli che si salvano.
Tuttavia, devo anche spezzare una piccola lancia a favore del film.
E' un film che tenendo da parte gli elementi paranormali ha dalla sua parte una forte critica verso il fanatismo religioso.
Una religione che non porta a nulla di buono, direi più una setta satanica organizzata da questo gruppo di ragazzini che in una piccola città fanno letteralmente piazza pulita di giovani adulti e di conseguenza occuapano l'intera città ma sopratutto i campi di grano dove compiono riti, sacrifici e tutto il resto.
La follia che porta al fanatismo, voci interiori che non provengono "dall'Alto" ma semplicemente da una mente assai malata che comunque riesce a contagiare tutti i piccoli seguaci.
Ecco, forse è questo l'unico aspetto che può "intimorire" lo spettatore.
Tutti, ma sopratutto i giovanissimi, i piccini...hanno menti del tutto manovrabili, possono credere a qualsiasi cosa indipendentemente che un qualcosa sia un bene o sia un male.
E molte volte questo può essere assai pericoloso, come suggerisce la piccola bambina Sara, se non fosse stata per la mente malata del piccolo predicatore tutti quegli omicidi non sarebbero mai avvenuti.
Omicidi che tra l'altro non ha commesso il predicatore, ma lui ha fatto commettere gli omicidi ai suoi seguaci in quanto il piccolo predicatore (almeno secondo lui) è l'unico che può senture la "Sua" voce. "Sua" indica palesemente una qualche divinità.
Un fanatismo che non porta solo all'omicidio ma anche al suicidio. Infatti quando il protagonista entra nella Chiesa dove si sta svolgendo uno strano rito, capirà che un ragazzo che ha compiuto i suoi 18 anni sta per morire, uccidendosi o facendosi uccidere per il motivo di aver raggiunto la maggiore età, e quindi non è più un fanciullo, quella che loro reputano "innocenza" ha termine con la maggiore età.
Quindi posso dire che in questo film almeno questo aspetto è molto interessante.
Per il resto il film per me è veramente poca roba, le facce dei ragazzini sono giuste, riescono ad esprimere quel senso di follia. Tra i protagonisti troviamo anche Linda Hamilton (la Sarah Connor di Terminator), le scene di violenza non sono mai esagerate in quanto evidentemente questo è un film realizzato per essere visto anche (forse sopratutto) dai più giovani.
Forse la scena iniziale dentro il bar, e il ragazzino con la gola tagliata che viene anche investito dai protagonisti sono le uniche scene dove la violenza viene fuori in modo più evidente.
Un piccolo cult degli anni ottanta come ho già scritto, che può essere anche gradevole vedere una volta ma non penso che ci si possa scrivere molto più di quanto ho scritto.
VinnySparrow
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