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I contrabbandieri di Santa Lucia

Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film

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La recensione su I contrabbandieri di Santa Lucia

di mm40
2 stelle

Un poliziotto è sulle tracce di un grosso carico di droga in arrivo a Napoli; grazie alla collaborazione di don Francesco Autiero, un boss locale che disprezza il traffico di stupefacenti, riuscirà ad arrivare ai colpevoli.

 

Ciro Ippolito - che è anche il produttore - e Piero Regnoli: con sceneggiatori di questa risma, Alfonso Brescia, buon artigiano dietro la macchina da presa, non può avere paura di niente. I contrabbandieri di Santa Lucia è uno dei primi film interpretati da Mario Merola, cantante melodico prestato alla recitazione, mai convincente come attore; lo zampino dell'ironico Ippolito è presente in tutta la prima parte della sua carriera sul grande schermo e si nota bene: (anche) in questo film Napoli è ritratta come una metropoli economicamente depressa dove tutti sono buoni guaglioni, ma alcuni camorristi stanno mandando allo sfascio la città alimentando il traffico e lo smercio di droga. In sostanza: anche i malavitosi sono in genere ottime persone e, come spiega bene una scena di questa pellicola, finchè si parla di furtarelli, piccole evasioni dal concetto di legalità, contrabbando di sigarette e cose simili, tutto è lecito e perfino giusto, per mantenere la propria famiglia se non si hanno alternative; che poi la camorra gestisca anche altre attività delinquenziali al di fuori del narcotraffico, non è materia che riguardi questo film. Con il tempo Merola recita (si fa per dire) di più e canta di meno: in questo lavoro abbandona definitivamente qualsiasi velleità canora e gli ultimi residui di musicarello vengono spazzati via da una vena decisamente più orientata verso l'action/gangster movie e il poliziottesco. Nel cast compaiono anche Gianni Garko, Edmund Purdom, Jeff Blynn, Sabrina Siani, Antonio Sabàto, Nunzio Gallo, Rik Battaglia e, per le scenette comiche atte a distendere di tanto in tanto i toni, c'è Lucio Montanaro, impegnato in verità in una manciata di barzellette e nient'altro. Curiosa autocitazione quando due personaggi notano (e parlano di) una locandina cinematografica: quella del coevo Lo scugnizzo, diretto da Brescia e con Garko, citato come un grandissimo attore, fra i protagonisti (ma ci sono anche Montanaro, Battaglia e Gallo). 2/10.

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