Regia di Marion Hänsel vedi scheda film
Un uomo, macilento e affamato è in fuga. Un pastore battista gli offre un passaggio. È diretto a Nord, “verso il nulla”: deve sostituire in uno sperduto paesino un sacerdote morto. Le strade tagliano un paesaggio brullo e pietroso, arroventato dal sole. Il pastore beve un sorso di troppo e insidia il fuggiasco. Una reazione violenta, un colpo in testa con la bottiglia, un cadavere di troppo, una falsa identità da indossare. Il fuggitivo nasconde il corpo del morto in una cava e raggiunge, insanguinato e stanchissimo, la squallida missione fingendosi il nuovo sacerdote. Ma il primo sermone in chiesa (dalle lamentazioni di Geremia), la definizione di “destino” nelle parole crociate compilate dal capo della polizia locale, un furto compiuto da due fratelli di colore, che coltivano marijuana proprio nella cava, e il senso di colpa preparano un’altra, lunghissima fuga. Parte bene, ma si slabbra alla distanza, questo thriller diretto da Marion Hänsel, girato nel nuovo Sudafrica, una nazione in cui - come ricorda il protagonista John Lynch - tutti sono diventati “neri”. La tensione è smorzata dalla lentezza delle sequenze, dalle confuse ambizioni politiche del racconto e dalle indecisioni della regia.
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