Regia di Raúl Ruiz vedi scheda film
Ancora una volta il maestro Ruiz si misura con la fascinazione del doppio e dello scardinamento delle coordinate spazio/temporali, ma non sempre le ciambelle riescono con il buco e il titolo italiano “Autopsia di un sogno” (al posto di “Shattered Image”, ovvero immagine frantumata) con il riferimento al cadaverico, si dimostra paradossalmente e involontariamente perfetto. Anne Parillaud interpreta il doppio ruolo di Jessie: se la prima è la sposa devota dell’uomo che l’aveva soccorsa dopo uno stupro, l’altra è donna conturbante e killer spietata. Il film è un continuo andirivieni tra i due piani del racconto, tra le sofferenze psicologiche conseguenti allo stupro di Jessie e le imprese omicide del suo doppio, il tutto legato insieme dall’ambiguità della figura del marito. È un incubo, è la realtà? Ruiz è abile nel mantenere il film sempre in un limbo oscuro, ma questa volta, al contrario per esempio di “Tre vite e una sola morte”, non riesce a dominare con la solita sicura leggerezza un tema decisamente complesso. E il film cade pesantemente nella noia della ripetizione, senza che neppure una conturbante e splendida Anne Parillaud tornata ai fasti di Nikita, possa far nulla per risollevarlo.
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