Regia di Marco Leto vedi scheda film
In casa Greene la vecchia e inferma madre vive con i cinque figli e la servitù; una notte qualcuno spara a due delle figlie, uccidendone però una sola. Sarà l'inizio di una serie di eventi tragici all'interno dell'abitazione. Del caso si occupa l'ispettore Markham, aiutato dal simpatico dandy Philo Vance.
Nel 1974 la Rai produsse una serie di tre film televisivi ispirati alla saga di Philo Vance, personaggio sopra le righe ideato dal giallista S. S. Van Dine negli anni ’20 del Novecento; questo La fine dei Greene è, dopo La strana morte del signor Benson e La canarina assassinata, il capitolo conclusivo di tale serie. Ma non della saga, che consta in realtà di un totale di ben 12 titoli. Marco Leto, regista già al lavoro per la tv di Stato da qualche anno, viene incaricato di dirigere questo tris di romanzi polizieschi sui generis, cavandosela egregiamente; la parte di Vance, bizzarro e gigioneggiante dandy, viene invece riservata all’ottimo Giorgio Albertazzi. La sceneggiatura di Biagio Proietti e di Belisario Randone segue piuttosto fedelmente le pagine di origine e non mancano pertanto colpi di scena e frasi a effetto; tutto è però un po’ troppo teatralizzato, a partire dalla recitazione. Fra gli altri interpreti in scena si possono citare dunque Sergio Rossi, Silvio Anselmo e Gino Nelinti, personaggi fissi della saga e quindi già visti nelle due precedenti pellicole Rai, nonché Mico Cundari, Linda Sini, Nais Lago, Anna Maria Gherardi, Andrea Lala, Elena Zareschi e Mauro Avogadro. Il ritmo non è ai massimi livelli, ma comunque accettabile; la trama in sé decisamente cervellotica, ma questa era una televisione d’altri tempi, ben più impegnativa rispetto a quella a cui siamo abituati ai giorni nostri. 4/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta