Trama
Alla morte del loro amato editore e fondatore della rivista per cui lavorano, quattro giornalisti danno vita a quattro differenti e complicate storie, ambientate sullo sfondo di una cittadina francese del XX secolo.
Approfondimento
THE FRENCH DISPATCH: OMAGGIO AL GIORNALISMO INDIPENDENTE E AL CINEMA FRANCESE
Diretto e sceneggiato da Wes Anderson, The French Dispatch porta in vita una raccolta di storie dall'ultimo numero di un magazine americano pubblicato in una (finta) città francese del XX secolo. In occasione della morte dell'amato fondatore ed editore Arthur Howitzer jr., originario del Kansas, lo staff di The French Dispatch, una rivista americana dalla vasta diffusione con sede nella città francese di Ennui-sur-Blasé, si riunisce per scriverne il necrologio. I ricordi di Howitzer finiscono così per confluire nella creazione di quattro differenti storie: un diario di viaggio nelle più squallide zone della città, un resoconto su un pittore folle e i suoi famelici mercanti, la cronaca di amore e morte sullo sfondo della rivolta studentesca e una vicenda piena di suspense, droga, rapimento e buona tavola.
Con la direzione della fotografia di Robert Yeoman, le scenografie di Adam Stockhausen, i costumi di Milena Canonero e le musiche di Alexandre Desplat, The French Dispatch è un insieme di storie che convergono in un unicum organico che, secondo le intenzioni del suo autore, è una lettera d'amore al mondo del giornalismo indipendente in generale e alla rivista The New Yorker in particolare, oltre che alla Francia e al cinema francese. Ha ricordato Anderson: "Quando ero in seconda superiore, la mia stanza a Houston era nella biblioteca e di fronte a me c'erano gli scaffali di legno contenenti le riviste. Ce n'era una con in copertina un'illustrazione e ho iniziato a guardarla. Da quel momento, sono diventato un affezionato lettore del The New Yorker, leggendone non solo i nuovi numeri ma anche gli arretrati e facendo attenzione al nome degli scrittori che apparivano più volte. Nel film, è molto forte il legame con la parola scritta, che si presenta a diversi livelli: c'è quello che vedi sullo schermo, ci sono i sottotitoli, c'è la trama principale legata alla rivista e c'è il rapporto che i giornalisti hanno con un certo tipo di scrittura, oramai persa. L'eroe di ogni storia raccontata, in fondo, è chi l'ha scritta".
"La mia passione per il cinema francese - ha proseguito - è cominciata quando ero ancora un ragazzino. Il cinema francese comincia con il cinema stesso, con i fratelli Lumière e con Georges Méliès. Amo i registi degli anni Trenta, Julien Duvivier, i racconti marsigliesi di Marcel Pagnol e i film di Jean Grémillon, a cui sono da poco giunto. E poi Jacquest Tati, Jean-Pierre Melville e i registi della Nouvelle Vague: Truffaut, Louis Malle e Godard. E forse al centro di tutto c'è Jean Renoir, che ha ispirato il personaggio di Rosenthaler, il pittore folle, con il suo Boudu salvato dalle acque".
Ha infine concluso: "The French Dispatch è anche un omaggio alla Francia, la nazione che mi ha adottato e in cui vivo da diversi anni. Ed è al tempo stesso una riflessione da parte di un outsider che vede il mondo artistico francese dall'interno".
Il cast
A dirigere The French Dispatch è Wes Anderson, regista, sceneggiatore e produttore statunitense. Nato a Houston, nel Texas, nel 1969 da un'archeologa e un pubblicitario, Anderson ha vissuto da bambino il trauma del divorzio dei genitori, esperienza che si è portata dietro negli anni e che ha spesso riversato nei… Vedi tutto
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Commenti (11) vedi tutti
Un film che ti porta nel favoloso mondo di Wes Anderson, con i suoi personaggi caratterizzati in pochi tocchi di pennello e le narrazioni fantasiose assurdamente verosimili. Un omaggio al cinema francese...che passa per questa curiosa rivista, per l'appunto il French Dispatch.
commento di Lacorazzata81Un bel film di Wes Anderson, cosa volere di più.
leggi la recensione completa di tobanisZeffirelli??!! Ciao Wes, forse è meglio che per un po' non ci vediamo...
commento di Martin_Scortese"The French Dispatch" mi ha dato l'impressione nitida di quei film che è come se si divertissero a giocare a voler stupire attraverso l'elaborazione di più piani narrativi e diversi livelli di organizzazione della messinscena. Del resto è il modo solito di lavorare di Wes Anderson, che in questo caso però non è riuscito a convincermi del tutto.
commento di Peppe ComuneUn incomprensibile pasticcio.
commento di gruvierazsublimemente "vuota" e a tratti noiosetta (perché troppo verbosa), è comunque una di quelle opere che valgono la pena di essere viste (e riviste), magari soffermandosi su quei punti che possono entusiasmare ora l'uno ora l'altro spettatore. come al solito, mise en scène, fotografia e musica di grande raffinatezza. Anderson come Greenaway.
commento di giovenostaMi ero recato al cinema con grandi aspettative, purtroppo sono rimasto profondamente deluso. È probabile che mi sfugga qualcosa: che senso ha questo film? Voto: 3
leggi la recensione completa di andenkoPuro prodotto estetico magistralmente riuscito. Ars gratia artis
commento di Gibbon92Un texano che ama l'Europa, noia e stanchezza senza di lui
leggi la recensione completa di yumeIl nuovo film "da collezione" di Wes Anderson, con un cast strabiliante e molta ironia è un omaggio alla Francia.
leggi la recensione completa di PlanetClaireDecimo capitolo del rutilante wonderland andersoniano. Esasperato, vertiginoso, sornione e infantile menabò. Una maionese impazzita - ma proprio per questo irresistibile - che manda in solluchero lo scrivente e chiunque desideri farsi un giro sul lunapark del giostraio di Houston che vive a Parigi.
commento di Leo Maltin