Trama
Fresco di addestramento, Leo ottiene il suo primo incarico. Si tratta di un'operazione di sorveglianza che lo vede vagare per le strade di Parigi senza fare altro che rimanere in allerta per scovare potenziali minacce. Ricevuto l'incarico di controllare una massiccia manifestazione antigovernativa, Leo si ritrova immerso nel cuore di una folla in rivolta. Qui, tutta la furia e la pressione che si è accumulata nelle settimane precedenti è sul punto di esplodere.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Mi trovavo a Parigi durante gli attentati del 2015. In due giorni, la città è completamente cambiata. Non avevo mai percepito tanto silenzio e terrore nella capitale francese. A seguito della dichiarazione dello stato d'emergenza, la presenza dei militari per le strade, con i mitra in mano, è diventata qualcosa di molto comune [si tratta di una delle conseguenze della cosiddetta Operazione Sentinelle, voluta dal Governo, ndr]. Spesso li osservavo a lungo mentre per ore rimanevano fermi e non facevano nulla. La loro inattività mi ha sorpreso. Il rapporto tra la personalità di un individuo e il lavoro che ha scelto è una questione che mi affascina. Con i soldati, mi trovavo di fronte a un paradosso: in molti hanno scelto la divisa per rendersi utile alla società. Facendo da sentinella, si ritrovano invece a far tutt'altro lavoro.
Dopo l'attacco a Charlie Hebdo, Manuel Valls ha decretato che la Francia era entrata in guerra contro il terrorismo. Da spettatori, tutti i giorni assistiamo a immagini dei conflitti armati ma non è facile rappresentare la guerra contro una minaccia invisibile. Emmanuel Macron ha usato l'espressione "Siamo in guerra" per parlare dell'epidemia da CoVid-19 mentre Giuseppe Conte ha parlato di "nemico invisibile". È comune che i governi mantengano il loro potere facendo leva sulla paura e che giustifichino la presenza dell'esercito nelle strade. Volevo quindi fare un film di guerra a Parigi, nel cuore della città, nel 2020. Detta così, sembra che parli di una storia di fantascienza ma è tutto reale. Ho cercato di dare un'immagine alla guerra che viviamo, a questa cosiddetta "terza guerra mondiale".
Allons enfants segue il percorso di Léo Corvard, un giovane provinciale che, di modeste origini, arriva a Parigi. C'è un fallimento nella sua educazione familiare, un vuoto che cerca di colmare. Alla ricerca di un senso, necessita di ordine e tale ordine lo cerca nell'esercito. Per le strade della capitale, scopre un universo ostile e si confronta con una sociologia che gli è estranea e con sconosciuti che lo guardano con sospetto e disprezzo. I soldati appartengono principalmente alla classe operaia, provengono dai sobborghi o dalla campagna, e spesso sono figli di immigrati. Arrivati a Parigi, si ritrovano nel cuore di una società fratturata. Ed è questa frattura che è al centro del film, qualcosa di insopportabile che spinge un giovanotto come Corvard ad agire.
L'esercito è un'istituzione in piena crisi e cambiamento. Porta ancora l'utopia repubblicana dell'integrazione sociale per merito indipendentemente dal genere e dall'origine. In qualche modo, rappresenta un'alternativa ai lavoretti precari, come dice lo stesso Corvard. Ma la causa nazionale, la difesa della patria, è divenuta un valore socialmente declassato... è difficile crederci ancora, soprattutto in una città disconnessa da quello che sono i militari. Quando alla fine del film i militari attraversano la manifestazione contro la riforma delle pensioni, per loro è la prima volta che si trovano di fronte a un movimento sociale. Probabilmente non ne capiscono nemmeno le intenzioni. Siamo in presenza di due sistemi di pensiero e credenza tra loro impermeabili e non dialoganti. In mezzo a tale confusione, un soldato che passa il tempo ad aspettare come Corvard pensa che la manifestazione ricordi la guerra come la immagina. E, così, prende provvedimenti.
Allons enfants mostra anche com'è difficile per una donna trovare il proprio posto nell'esercito. Il personaggio di Yasmine, soldato sentinella vittima della misoginia di un ambiente prettamente maschile, deve umiliarsi per sperare in un rango superiore. Tale rango non lo raggiungerà alla fine perché è una donna. Il coraggio di Yasmine non è solo quello di affermarsi come donna in un gruppo di uomini ma è anche quello di assumersi da sola la responsabilità del leader e della coesione. Il personaggio è stato scritto in collaborazione con Aissa, una soldatessa che ha vissuto la sua stessa esperienza".
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