Trama
A Parigi è piena estate e la città è deserta. Neige fa visita regolarmente all'amato nonno algerino Emir nella casa di riposo in cui è ricoverato. Del resto, è stato lui a crescerla e a proteggerla dai genitori e dalla loro cattiva influenza. Le relazioni familiari di Neige con i fratelli, la sorella, la zia e la madre non sono facili: risentimento e amarezza hanno con il tempo preso il sopravvento. La morte di Emir non farà altro che aumentare le tensioni e scatenare una profonda crisi di identità in Neige.
Approfondimento
DNA: ALLE SCOPERTA DELLE PROPRIE ORIGINI
Diretto da Maïwenn Le Besco e sceneggiato dalla stessa con Mathieu Demy, DNA racconta la storia di Neige, una donna divorziata e madre di tre figli, che si reca a far visita regolarmente al nonno algerino nella casa di cura in cui vive. Neige ama e rispetta quello che considera un vero pilastro della sua famiglia, l'uomo che l'ha cresciuta e, soprattutto, protetta dai suoi stessi tossici genitori. Nella sua famiglia, le relazioni non sono mai state facili e tra tutti i componenti regna tanta amarezza e risentimento. Per fortuna, Neige può contare sul sostegno del suo ex François, che è sempre di buon umore. La morte del nonno scatena però una violenta tempesta famigliare e innesca una profonda crisi di identità in Neige, che vorrà conoscere e capire meglio quale sangue le scorre nelle vene.
Con la direzione della fotografia di Sylvestre Dedise (e Benjamin Groussain), le scenografie di Angelo Zamparutti e le musiche originali di Stephen Warbeck, DNA è stato così presentato dalla regista in occasione della selezione (virtuale) al Festival di Cannes 2020: "Da anni, lavoro a un progetto su Madame du Barry, l'amante di Luigi XV. Sebbene sia pronta a girarlo, non ci sono ancora i fondi necessari alle riprese e così il mio produttore mi ha chiesto di dedicarmi a qualcosa di più economico e piccoli. Avevo sparsi qua e là appunti su una storia di dinamiche familiari e la morte della madre di Mathieu Demy, mio amico, mi ha spinto a dedicarmi a un progetto sul dolore e sulla sua elaborazione. Avevo già scritto una prima bozza quando Mathieu ha deciso di unirsi a me e di condividere le sue idee sull'argomento. Ci siamo allora concentrati sulla perdita e sulla gestione di un lutto dal punto di vista sia emotivo sia logistico. L'organizzazione di un funerale è quella che io considero la parte divertente di tutto il film: i becchini, i responsabili delle pompe funebri, i badanti delle case di cura, gli orari da rispettare, la scelta della bara, l'organizzazione della cerimonia, le persone da invitare... Se ci pensa, sono aspetti che fanno piangere e ridere contemporaneamente. Ho cominciato le riprese con lo stesso spirito dei miei primi due film prima di capire che il tempo mi ha cambiata come regista. Ho lasciato molta libertà agli attori in scena: la nostra sceneggiatura era composta da una quarantina di pagine e ogni attore ha avuto la possibilità di improvvisare molto una volta davanti alla telecamera".
"In DNA la morte del nonno - ha continuato la regista - rappresenta il punto di partenza della storia. Per il personaggio di nonno Emir mi sono ispirata a mio nonno così come mi sono ispirata a me stessa per il personaggio di Naige. Tuttavia, non si tratta di un film prettamente autobiografico, una definizione che trovo riduttiva e inadeguata. Prima di realizzare il film, ero ossessionata da domande sulla mia identità, sulle mie origini algerine e su cosa rappresenta l'Algeria per me. Mi tenevano sveglia anche di notte e mi hanno anche spinto a fare ricerche in maniera quasi compulsiva, senza che fossi mai soddisfatta dalle risposte. Poi, ho deciso di tornare in Algeria e mi sono finalmente sentita algerina: è come se fosse accaduto qualcosa di fisico, come se fossi tornata nel grembo di mia madre. Ho deciso quindi parlare di origini nel mio film. E chi meglio del nonno poteva rappresentare le origini? Ne ho fatto il perno della famiglia ma anche un uomo tormentato dal suo passato di comunista impegnato. Non poteva essere solo un patriarca: necessitava di un passato intenso e travagliato per capire meglio l'identità di Neige che in lui si rivede. Non so se la morte di un nonno genera le stesse questioni in tutte le famiglia. So però che la morte di Emir provoca un turbinio di sentimenti in Neige e nei suoi cari. Tutti dicono di voler organizzare un funerale che "somigli" al nonno ma in realtà stanno solo cercando di dire delle cose su loro stessi".
Il cast
A dirigere DNA è Maïwenn Le Besco, regista, sceneggiatrice e attrice francese di origini algerine. Nata nel 1976 in una famiglia di attori, ha mosso i primi passi da attrice in teatro prima di essere scelta da Jean-Loup Hubert per L'anno prossimo se tutto va bene. Diretta negli anni da registi come Luc Besson,… Vedi tutto
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Commenti (1) vedi tutti
La prima metà è dedicata a un funerale sopra il quale se ne dicono tra loro di tutti i colori. Il resto alla ricerca della propria identità. Un film molto dialogato e molto francese con alcuni spunti particolari (su tutti il pranzo coi serpenti).
commento di bombo1