Ultimo film di una trilogia del regista sul mondo del lavoro dopo La legge del mercato (2015) e In guerra (2018).Da vedere ha un alto valore morale ed etico.
Un altro mondo Francia 2021 la trama: Philippe Lemesle un top manager con stipendio alto più bonus corposi vede il suo matrimonio con la moglie distruggersi. Il lavoro e le responsabilità mettono pressione e la moglie la dolce Anne trova la nuova situazione stressante ed insopportabile. Alto dirigente di un’industria americana, con filiali in Francia, Philippe non riesce a reagire alle richieste dei superiori, che gli chiedono di tagliare posti di lavoro per salvaguardare la vita dell’azienda. Messo alle strette raggiunge molto presto il punto di non ritorno. La recensione: Un altro mondo (Un autre monde) è un film diretto da Stéphane Brizé, con sceneggiatura solida e compatta di Oliver Gorce e Stéphane Brizé. Casa di produzione Nord-Ouest Films, France 3 Cinéma Distribuito in Italia da Movies Inspired. La bellissima fotografia tersa e documentaristica di Éric Dumont. Montaggio nervoso e sincopato di Anne Klotz, le musiche di Camille Rocailleux. Ultimo film di una trilogia del regista sul mondo del lavoro dopo La legge del mercato (2015) e In guerra (2018). Nel terzo film della “trilogia del lavoro” Stéphane Brizé questa volta lo troviamo dall’altra parte della barricata. Ora Il protagonista Philippe Lemesle è un dirigente d’azienda impegnato con un importante piano di tagli del personale eccedente, perché il costo del lavoro è diventato esorbitante rispetto ai profitti. Il film è asciutto ed il personaggio interpretato da Vincent Lindon è un uomo tormentato, ma nel medesimo tempo austero e rigoroso eticamente. Le sue espressioni facciali sono molteplici e variegate e la mdp le scruta in modo attento e minimalista. Il film è a taglio neorealista è molto verboso e parlato, ma tutto è ripreso in modo sapiente ed esaustivo ed in modo onesto. Le persone sono trattate come numeri o pupazzi ed i loro diritti calpestati in nome del profitto e del Dio denaro, tutto questo commuove ed emoziona lo spettatore partecipe delle vicende umane trattate ed umiliate. Emerge un quadro scuro e pessimista sulle manovre delle alte sfere dell’azienda. “Il massacro dei lavoratori”, perché di questo si tratta viene perpetrato senza pietà e commiserazione alcuna. Il film è breve, ma non annoia per niente attento ai dettagli ed alle espressioni, oltre al fiume di parole e di riunioni. Film rigorosamente girato in freddi interni d’ufficio. Tutto molto ben ripreso dal bravissimo Stéphane Brizé, che si avvale anche della splendida interpretazione di una Sandrine Kiberlain nel ruolo della moglie del protagonista, tutta giocata sulla sensibilità, il ritratto efficace di una donna fragile e stanca mentalmente. Il finale che non svelo è di una tenerezza e sensibilità infinita , commuove e fa sperare in “Un altro mondo” più giusto e rispettoso delle fasce più deboli, ma non meno importanti nell’economia globale. Mi permetto di segnalare in chiusura del mio scritto il film che secondo me è imperdibile di Stéphane Brizé un regista che ha conquistato e rapito il mio cuore cinefilo ed appassionato: Una vita (Une vie)del 2016 adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo del 1883 di Guy de Maupassant. Interpreti e personaggi Vincent Lindon: Philippe Lemesle Sandrine Kiberlain: Anne Lemesle Anthony Bajon: Lucas Lemesle Marie Drucker: Claire Bonnet-Guérin Guillaume Draux: Direttore delle Risorse Umane Francia, sig. Beaumont Olivier Lemaire: Olivier Lefèvre Jerry Hickey: M. Cooper Joyce Bibring: Juliette Lemesle Valérie Lamond: Avvocato di Anne Christophe Rossignon: Jean Christophe
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