Regia di Louis Garrel vedi scheda film
I primi dieci minuti sarebbero stati perfetti per un corto. Tempi, dialoghi, recitazione, temi. Il ribaltamento del punto di vista è particolarmente avvincente. Tutta una serie di oggetti e vestiti impolverati, vecchi, non usati sono agli occhi di un bambino inutili e per questo vendibili per un fine più importante. Salvare il Pianeta. Questa idea appare folle agli adulti tanto quanto l’attaccamento alle cose materiali appare insensato al bambino. Dunque il progetto è il seguente: si comincerà il processo salvifico dall’Africa centrale, pompando acqua dal mare e creando fiumi e grandi laghi al suo interno, specialmente nelle zone desertiche. E’ già tutto pronto: mappe, modelli, autorizzazioni - Poi la presenza degli attori diventa più invadente, la Casta e Garrel vogliono il loro spazio, finendo così di essere funzionali alla storia ed è il momento in cui questa comincia a perdere mordente e originalità - Altra idea bizzarra dei bambini è quella dell’eliminazione di giovani adulti per risolvere il problema della sovrappopolazione, le esecuzioni saranno casuali. Ma già loro, preadolescenti, sembrano giovani adulti e magari in Francia è così, parlano di sesso e forse lo fanno, fumano sigarette elettroniche, si organizzano in gruppi d’azione, rubano ai grandi perché è giusto farlo per preservare la nostra cara Terra. C’è ironia fra le immagini e qualcosa che ti fa pensare, saranno questi i presupposti della prossima rivoluzione? Poi un miraggio nel deserto, il frutto di una crociata impossibile e assurda. E la speranza per molti di vederla reale. O forse di vedere altri film.
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