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La crociata

Regia di Louis Garrel vedi scheda film

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La recensione su La crociata

di pazuzu
3 stelle

Nella sua assoluta vaghezza (perché la leggerezza è un'altra cosa), La Croisade banalizza la questione ecologica e non sa pungere né in un verso né in quello opposto, limitandosi a una sgangherata inconsistenza e mettendo uno dietro l'altro, appiccicati con lo sputo, una fitta serie di dialoghi ridicoli e scene inguardabili.

 

 

Quando Abel e Marianne chiedono al figlio tredicenne Joseph che fine abbia fatto il suo monopattino, questi, candidamente, confessa di averlo venduto perché non gli serviva, riferendo della necessità di raccogliere soldi per un progetto segreto che porta avanti con amici e amiche; man mano che la conversazione va avanti, i due scoprono che il ragazzo non ha venduto solo cose proprie, ma ha pescato senza problemi in ogni angolo della casa selezionando quelle di maggior valore: il vestito di Dior e la giacca di pelle della madre, gli orologi da collezione e i gemelli del padre, i libri d'epoca del povero nonno, le bottiglie di vino d'annata. Cinto d'assedio in quello che ormai ha assunto le fattezze di un interrogatorio, Joseph - affinché non finisca male - si vede costretto a violare il segreto ed entrare nel dettaglio del progetto: in realtà non è stato il solo ragazzo a ricavare soldi dai beni di famiglia, ma come lui ce ne sono altri 850 in giro per il mondo, e il loro obiettivo è quello di salvare il pianeta attraverso l'operato di una delegazione di minorenni da spedire nell'Africa centrale sotto la forma di una associazione già riconosciuta dal ministero degli esteri (ma nascosta ai genitori).

 

 

La Croisade si apre così, con dieci minuti di commedia incalzante e tendente all'assurdo che sarebbero anche divertenti se non fossero invece solo l'inizio di una storia senza capo né coda. Forse confuso dall'emersione e dalla sempre maggiore diffusione del fenomeno Greta Thunberg, che temporalmente colloca dopo il concepimento della suddetta scena iniziale da parte del co-autore Jean-Claude Carrière (oggi defunto), il regista e sceneggiatore Louis Garrel deve aver pensato che qualsiasi racconto incentrato su dei giovani devoti all'ambientalismo sarebbe divenuto di colpo potabile: e allora dimentica di darsi dei limiti o anche solo di costruire un contesto credibile, per di più inventando personaggi tagliati con l'accetta (non se ne salva uno!) che fanno o dicono cose insensate, la cui unica logica è quella di giustificare (si fa per dire) l'esistenza della sequenza in corso o della successiva.
Nella sua assoluta vaghezza (perché la leggerezza è un'altra cosa), La Croisade banalizza la questione ecologica e non sa pungere né in un verso né in quello opposto, limitandosi a una sgangherata inconsistenza e mettendo uno dietro l'altro, appiccicati con lo sputo, una fitta serie di dialoghi ridicoli e scene inguardabili.

 

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