Trama
Marta ha 19 anni, ha perso i genitori all'età di 5 anni, ha una malattia incurabile ed è anche bruttina. Ma è anche una ragazza solare e determinata. Insieme agli storici amici del cuore, Jacopo e Federica, ha deciso che vuole far innamorare il ragazzo più bello di tutti e non si arrenderà facilmente.
Approfondimento
SUL PIÙ BELLO: UN PIANO D'AMORE
Diretto da Alice Filippi e sceneggiato da Roberto Proia e Michela Straniero, Sul più bello racconta la storia di Marta che, tanto simpatica quanto bruttina, soffre dalla nascita di una rara malattia genetica. Nonostante tutto, Marta è la ragazza più solare che abbiate mai conosciuto. Carattere travolgente ha fretta di fare tutto e subito. A 19 anni come ogni ragazza della sua età sogna il grande amore ma lei non è una che si accontenta e prima che la sua malattia degeneri vuole sentirsi dire "ti amo" da un ragazzo bello, il più bello di tutti. I suoi amici e coinquilini Jacopo e Federica sono la sua famiglia e ogni volta fanno il possibile per dissuaderla dal puntare troppo in alto. Finché ad una festa Marta vede Arturo bello, sicuro di sé e per lei completamente inarrivabile. In altre parole: la preda perfetta. Ma mentre i fedeli amici si preparano a gestire l'ennesima delusione, lei sente che stavolta le cose andranno in maniera diversa anche se dovrà vedersela con Beatrice, una temuta rivale che tenterà di scombinare il suo piano d'amore.
Con la direzione della fotografia di Emanuele Pasquet, le scenografie di Francesca Bocca, i costumi di Cristina Audisio e le musiche di Marco Cascone, Sul più bello è stato così presentato dagli sceneggiatori in occasione della partecipazione alla Festa del Cinema di Roma 2020: "Il dramedy è un genere molto delicato ma divertente da scrivere. L'idea di giocare con il pubblico facendolo ridere sapendo già che nel terzo atto invece quelle risate lasceranno il posto alle lacrime è particolarmente soddisfacente. Chi vedrà Sul più bello proverà quindi una gamma di emozioni garantendosi un intrattenimento a tutto tondo. Tuttavia in scrittura abbiamo voluto nascondere tra le pieghe delle varie vicende anche alcuni messaggi importanti specie per un pubblico giovane ancora in piena evoluzione. Ciò che ci interessava veicolare era una riflessione sul pregiudizio. I nostri personaggi partono in un certo modo, ci costringono a vederli incasellati in ruoli predefiniti ma dopo 90 minuti ci avranno dimostrato che ci siamo sbagliati. Il concetto stesso di bellezza, di popolarità, così importante per la nostra protagonista, come per i ragazzi a cui il film è diretto, in un'epoca in cui non si fa altro che parlare di body-shaming, viene messo continuamente in discussione, senza sconti o buonismo. Marta è veramente lontana dagli stereotipi di bellezza femminile, veramente viene presa in giro dagli amici ricchi e belli di Arturo, che senza pietismi (e pietà) la chiamano "cassonetto" e ne è pienamente consapevole. È lei stessa a prendersi in giro, fin dall'inizio con autoironia. Ma è proprio dietro questo apparente disincanto che si cela la sua ferita profonda. Quella che alla fine la porta a giocare con i sentimenti di Arturo, a non crederlo capace di amarla, a nascondersi dietro la malattia e le bugie per proteggersi dalla cosa che la spaventa di più, il rifiuto. Come nella vita, infatti, in questo film nessuno è completamente buono e nessuno è completamente cattivo".
"Solo perché Arturo ha avuto tutto fin dalla nascita, non è detto che sia felice", hanno aggiunto. "Diamo per scontato che dietro alla bellezza esibita di Beatrice ci sia il nulla. E per quanto riguarda Marta, la nostra sfortunata Marta, lei si permette di fare e dire cose che non le sarebbero state perdonate se non fosse stata malata. La vicenda del film costringerà questi personaggi (e con loro gli spettatori) ad abbandonare le comode apparenze per andare un po' più in profondità".
Curiosità
La parola alla regista
La sceneggiatura. Il film nasce dal soggetto di Roberto Proia che ha scritto la sceneggiatura con Michela Straniero. Non appena ho letto la storia ne sono rimasta da subito entusiasta. Un inno alla speranza e alla positività. Siamo noi i registi della nostra vita e siamo gli stessi che ci poniamo limiti e barriere. Marta è tenace e coraggiosa, affronta la vita sfidando la morte, andando controcorrente. È una bomba innescata che sconvolge e turba la tranquillità di Arturo. Il "povero" Arturo si ritrova in un vortice di energia che mai si sarebbe immaginato. Marta gli cambia le prospettive, lo mette in discussione, gli fa scoprire un nuovo modo di vivere. Vivere in libertà e sempre al massimo.
Una storia pop. Ho preso spunto dai film di Wes Anderson, ai film Little Miss Sunshine e Juno, alla serie tv Sex Education e alle palette colori che usano per descrivere con le immagini le emozioni che vogliono trasmettere allo spettatore. Fotografia, scenografia e costumi sono in sintonia grazie all'uso dei colori complementari. La casa di Marta si tinge di verde, giallo, arancione, viola, colori forti, come lei. Senza però alienarci dalla realtà che ritroviamo nelle scene in ospedale dove i colori sano più freddi e realistici.
La fotografia. Torino è una città sabauda, caratterizzata da un'architettura barocca, "a scacchiera", dove regna la simmetria. Da qui siamo partiti per la composizione dell'immagine. Inquadrature simmetriche, bilanciate, ordinate e in armonia. La scelta poi di dare un look particolare con l'utilizzo delle lenti anamorfiche. La pasta più compatta, i colori intensi, i flares ottenuti con l'utilizzo dei neon e il formato dell'inquadratura danno carattere e particolarità al film. L'utilizzo dei carrelli per dare movimento e respiro all'inquadratura, soprattutto nei momenti di sospensione dove le immagini sono accompagnate dalla musica. La macchina da presa fissa, frontale e simmetrica all'attore quasi per estraniarlo dalla scena e raccontare le sue emozioni.
Le musiche. Le musiche come i costumi e la scenografia sono "senza tempo". Ritorno a parlare di Little Miss Sunshine prendendolo come riferimento anche musicale: musiche riconoscibili, senza età che ti trasportino nella storia, ti facciano sognare e commuovere. Con il compositore Marco Cascone abbiamo scelto di musicare il film con strumenti particolari: la kalimba, l'ukulele ma anche la fisarmonica. La canzone originale Sul più bello scritta ed interpretata da Alfa ha centrato in pieno il mood del film. Fresca, spensierata ma anche malinconica racconta Marta e i suoi compagni di viaggio.
Il cast
A dirigere Sul più bello è Alice Filippi, regista italiana nata a Mondovì nel 1982. Diplomata alla New York Film Academy in regia, dal 2005 è aiuto regista di Carlo Verdone partecipando alla realizzazione dei film Il mio miglior nemico, Grande, grosso e... Verdone, Posti in piedi in paradiso e Sotto una buona… Vedi tutto
Note
Il film ha conosciuto poi due sequel, usciti a distanza ravvicinata: Ancora più bello (2021) e Sempre più bello (2022).
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
Insulsa favoletta per adolescenti. Mediocre la dizione. Con propaganda omosessuale annessa.
commento di gruvierazSul più bello arriva .......Ludovica Francesconi sulle orme del film francese “Il favoloso mondo di Amelie”, lo stesso candore e purezza nel cuore.
leggi la recensione completa di claudio1959Una commedia favolistica adatta agli adolescenti...ma questo e' un film o...Alice Nel Paese Delle Meraviglie....boh...per me quasi inguardabile...poi magari sarebbe un successo al Giffoni Film Festival.
commento di ezioAlice Filippi è alla sua prima regia ma il talento si vede subito per come confeziona e dirige questa bella favoletta metropolitana utilizzando fotografia e costumi a colori vivaci, inquadrature efficaci e una colonna sonora in piena sintonia. Riesce persino a regalarci una sigla originale in italiano. Da svenimento.
commento di bombo1