Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
PRIME VIDEO
In pieni anni '80 un inseguimento mozzafiato tra loschi individui ed un fuggitivo in Ferrari finisce nel modo più rocambolesco che si possa immaginare. Al giorno d'oggi invece seguiamo le vicissitudini di un uomo di nome Evan, che, nonostante la buona volontà e una indubbia capacità, non riesce a trovare un impiego di lavoro a causa di suoi precedenti atteggiamenti che lo hanno classificato come persona instabile.
Evan in effetti, ha la sensazione di conoscere più cose di quante ne abbia avuto occasione di imparare, di conoscee, di vedere: come se ricordasse esperienze di vita vissute da altri. Questa sensazione l'uomo la addebita ad un utilizzo sempre più frequente di medicinali che, anziché curarlo, sembrano proiettarlo in mondi che non corrispondono al reale.
Scoprirà poi di appartenere ad una cerchia di persone definite "gli infiniti", che hanno un dono simile all'immortalità, che in tal caso si manifesta con la possibilità di ricordare le vite vissute in precedenza.
Però non tutti gli infiniti sono, al pari dell'uomo, votati a far del bene all'umanità. Evan si schiererà pertanto con il gruppo dei difensori dei destini umani, impegnandosi a combattere i nemici grazie alla piena presa coscienza delle proprie capacità, che sono moltissime, ma che l'uomo inevitabilmente ignora.
Il ritorno in regia di un cineasta prolifico divenuto famoso ed apprezzato con il sin troppo strombazzato Training Day (che rimane, pur tuttavia, il suo titolo ad oggi migliore), ovvero di Antoine Fuqua, si estrinseca attraverso un action dal gran ritmo, ma dall'assai contenuto pathos, che sviluppa una storia che, per certi versi, potrebbe in qualche modo equipararsi ad una sorta di epica alla Highlander, ma senza tuttavia riuscire mai ad eguagliarne le dinamiche emotive di quel celebre predecessore di successo.
Più che difettare nella realizzazione, che appare nel contempo convenzionale, ma pur sempre funzionale e tecnicamente ineccepibile, sul film grava una sceneggiatura scontata, infarcita di luoghi comuni e di banalità che non invogliano nemmeno un attore certo votato al commerciale, ma mediamente affidabile come è quasi sempre Mark Wahlberg, a dare un certo smalto o guizzo di ironia che invece manca completamente allo script. Né tantomeno il folto gruppo di comprimari, a volte sulla carta interessanti, che compongono il resto del cast, e tra i quali citiamo il divetto Dylan O'Brien, il cattivo Chiwetel Ejiofor e il povero Toby Jones completamente fuori contesto, oltre alla bella di turno Sophie Cookson
E Fuqua si conferma un puro mestierante da cui è difficile potersi aspettare sorprese in termini qualitativi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta