Regia di Gabriele Albanesi vedi scheda film
NOIR IN FESTIVAL 2021
In cambio infatti l'uomo deve recuperare dei documenti in una villa nascosta in una anonima periferia del Nord Italia, che dovrebbe risultare disabitata, ma che invece si rivela occupata da un uomo misterioso, dalla sua compagna e dalla ventenne figlia di quest'ultima.
L'irruzione dell'uomo dunque si rivelerà plateale e presto gli abitanti della villa verranno immobilizzati come ostaggi. Il complicarsi della situazione richiederà l'intervento del misterioso mandante, che farà degenerare la situazione in uno scontro sanguinoso e risolutivo.
Da un regista di horror all'italiana piuttosto noto, Gabriele Albanesi (suoi Il bosco fuori e il controverso Ubaldo Terzani Horror Show), Bastardi a mano armata appare sin dal titolo come un omaggio al noir italiano anni '70, al cinema degli artigiani amatissimi da Tarantino come Umberto Lenzi, Massimo Dallamano, Sergio Corbucci, Antonio Margheriti & C.
Il film tuttavia si circonda di personaggi che, a parte il protagonista, un Marco Bocci col volto da duro che riesce a rendersi plausibile quasi quanto un novello Luc Merenda, risultano davvero fiacchi ed improbabili, che riducono il film e la sua sterile storiella ad una sequenza di violenze in crescendo, che non riescono mai a risultare pertinenti o accettabili.
E dunque non risulta sufficiente la perfetta ambiguità di fondo che Peppino Mazzotta riesce in modo pertinente ad infondere nel suo personaggio di misterioso capofamiglia, come nemmeno la perseverante cattiveria di un personaggio losco come quello reso da Fortunato Cerlino: entrambi figure statiche e cliché al servizio di un fumettone un po' fuori tempo che serve solo a provare nostalgia per i fantastici filmacci noir anni '70, di cui questo prodotto cerca anche di emularne i retroscena erotici con le due figure femminili di madre e figlia un po' posticciamente inserite nel contesto.
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