Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
È uno di quei film nei quali la macchina da presa sta talmente attaccata ai personaggi e per così tanto tempo e in una situazione tanto particolare, che il critico attento non può non notare (l'ha fatto, per esempio, Claudio G. Fava) che il regista ha pudicamente sorvolato sulla risoluzione delle loro fastidiose necessità corporali. La tensione c'è, anche se con minore intensità rispetto ad altre opere hitchcockiane, ma la trama non ingrana mai completamente e la suspense è abbastanza fiacca, anche in una situazione tanto estrema. I dialoghi funzionano a tre cilindri e non rifuggono a nessuno stereotipo, compresa la proposta di matrimonio in (apparente) articulo mortis.
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