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Prigionieri dell'oceano

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Prigionieri dell'oceano

di obyone
9 stelle

 

Tallulah Bankhead, Henry Hull

Prigionieri dell'oceano (1944): Tallulah Bankhead, Henry Hull

 

Nel '43 i tempi per un attacco frontale al nazismo erano più che maturi. Gli Stati Uniti erano, infatti, coinvolti nel conflitto sin dalla fine del '41. Grazie a "Lifeboat", primo film in lavorazione alla 20th Century Fox, Alfred Hitchcock poteva finalmente schierarsi in modo inequivocabile contro la Germania che stava seminando morte e distruzione nel vecchio continente, nei cieli e nei mari di tutto il mondo. La più che necessaria diplomazia, che gli aveva impedito di esporsi nei precedenti "La signora scompare" (1938) e "Il prigioniero di Amsterdam" (1940), nonché l'impossibilità di adattare "Sabotatori" (1942) agli equilibri geopolitici, mutati durante le riprese, non costituivano più un ostacolo.

 

Walter Slezak, Henry Hull, Canada Lee

Prigionieri dell'oceano (1944): Walter Slezak, Henry Hull, Canada Lee

 

"Lifeboat" era, chiaramente, un film di propaganda. Lo erano state anche alcune delle precedenti pellicole a cominciare da "L'ombra del dubbio" in cui il maestro dava vita ad un personaggio maschile dalla personalità omicida, contorta e volubile, ritratto di un mondo superficiale, privo di giustizia e di umanità. Probabilmente una velata rappresentazione del Führer e di una società ottusa che l'aveva incoraggiato e proclamato propria guida politica. In "Lifeboat", tuttavia, la guerra non era più una tragica possibilità attribuibile alla deriva nazionalista del vecchio continente. La guerra era tangibile e concreta. Si era impossessata della società civile e della vita di ciascun americano imponendo ristrettezze economiche e timori.

 

John Hodiak, Tallulah Bankhead, Canada Lee

Prigionieri dell'oceano (1944): John Hodiak, Tallulah Bankhead, Canada Lee

 

"Prigionieri dell'oceano" inizia con l'inquadratura di un fumaiolo. Il successivo zoom out ci invita ad osservare il principio di una tragedia. Il comignolo agonizzante sprofonda tra le nebbie risucchiato dal vortice d'acqua provocato dal rapido affondamento della nave. Protagonista del racconto non è, tuttavia, il mercantile che sta colando a picco bensì una scialuppa di salvataggio su cui si trova, inizialmente, un unico passeggero ovvero la reporter Connie Porter mentre assapora la gloria per il reportage di guerra che l'evento le ha propiziato. Un po' per volta salgono sull'imbarcazione diversi sopravvissuti al siluramento, compreso il capitano dell'U-Boot tedesco che aveva sferrato l'attacco, anch''esso sprofondato nell'oceano a seguito dello scontro armato. Pur essendo una pellicola di propaganda "Lifeboat" non è un war-movie piuttosto un atipico dramma da camera, una sorta di survival-movie ambientato in una zattera al cui interno si è rifugiato un eterogeneo gruppo di persone tra cui l'unico militare è l'ufficiale in ostaggio. Gli altri sono passeggeri civili e membri dell'equipaggio tra cui un macchinista, un operatore radio ed un'infermiera.

Nelle mani di Hitchcock il film si dimostra l'occasione per una riflessione sull'umanità di cui lo sparuto gruppo di naufraghi costituiva un esempio piuttosto poliedrico. Hitchcock segue i suoi personaggi, le loro divisioni, la fragile democrazia che si instaura all'interno della scialuppa e le immancabili divisioni di classe. In un climax ascendente di drammi, difficoltà e tradimenti l'umanità di Hitchcock regredisce al proprio strato larvale. La solidarietà cede alla bestialità e all'istinto di sopravvivenza. Hitchcock, in sostanza, rappresenta ciò che aveva portato alla deflagrazione della guerra in Europa. L'imbarcazione è l'Europa stessa e ciascun personaggio ne rappresenta i popoli, le loro alleanze, le loro infedeltà. Rispetto alle precedenti pellicole Hitchcock attraversa i marosi della tempesta e sfugge alle deflagrazioni della collera grazie ad un feroce ed intelligente umorismo che accompagna la "zattera di Géricault" sino al compimento del proprio destino. Il sense of humour del maestro è legato, in particolare, alla figura di Connie Porter, la giornalista e scrittrice interpretata dall'incommensurabile Tallulah Bankhead, che nella sua caratterizzazione sembra ispirarsi alla figura di Dorothy Parker. Non ho certezze in merito ma l'identificazione tra Porter e Parker sembra compiersi nell'atteggiamento cinico ed indipendente di entrambi i personaggi, quello adattato per il film dal racconto di John Steinbeck, e quello a suo modo interpretato negli anni '20 dalla disinvolta giornalista americana. Altro elemento corroborante è la partecipazione di Dot Parker e di Tallulah Bankhead al "Circolo Vizioso" dell'Algonquin Hotel di New York, particolare che induce a credere in una buona conoscenza tra le due frequentatrici. Bankhead conosceva, quanto meno, lo spirito ribelle di Parker e poté facilmente imitarne gli atteggiamenti. Infine va rammentato che anche Hitchcock conosceva Mrs Parker. Per lui aveva lavorato alla stesura di "Sabotatori" pochi mesi prima. Tallulah Bankhead ci mise, infine, del suo essendo nota per le sue straordinarie doti d'attrice a Broadway e per gli eccessi in fatto di uomini ed alcool, eccessi che appartengono al suo cinico e monolitico personaggio. Avviluppata in una sinuosa ed impeccabile pelliccia di visone, seduta a bordo di un'imbarcazione che solca i mari della devastazione Connie Porter è a proprio agio come fosse in una "tea room" londinese. Intorno a lei e alle sue incrollabili certezze ruota il destino di tutti almeno finché una tempesta porrà fine a qualsiasi forma di controllo imposto su uomini e cose. Porter, e tutti gli altri con lei, si abbandona ad una pulsione distruttiva a cui seguirà una nuova quiete. Successivamente il controllo degli istinti tornerà ad imporsi fino all'arrivo di una nuova prova. Gli atteggiamenti dei naufraghi ricordano quelli delle nazioni e dei loro condottieri, le loro loro inimicizie assomigliano alle guerre, le loro alleanze ricordano i momenti di pace o i momentanei armistizi destinati a finire con il suono di nuove armi.

 

Hume Cronyn, Henry Hull, John Hodiak, Tallulah Bankhead, Mary Anderson

Prigionieri dell'oceano (1944): Hume Cronyn, Henry Hull, John Hodiak, Tallulah Bankhead, Mary Anderson

 

Hitchcock si schierò contro il totalitarismo nazista ma non dimenticò di biasimare gli istinti peggiori dell'umanità da cui tali estremismi derivavano. Naturalmente con tagliente ironia ed intelligenza. In tal senso il finale è una perla ed una profezia. La storia dell'uomo e destinata a ripetersi. Guerra e pace a rincorrersi ripetutamente. Chia avrà la meglio? La pistola di un nuovo naufrago o la consapevolezza di chi ha già commesso un crimine? Finale aperto come il futuro dell'uomo, tutto da scrivere.

Chiudo con alcune curiosità. John Steinbeck, celeberrimo autore del racconto, venne scritturato per la sceneggiatura ma venne in fine licenziato. Le riprese, invece, vennero fatte in una grande piscina artificiale. Due particolari che, inevitabilmente, arricchiscono il fascino di questo grande lavoro di Hitch.(V.o.s.)

 

DVD Ed. Universal/Panorama 2007. I grandi registi. Hitchcock Collection

 

Hume Cronyn, Walter Slezak, Henry Hull, John Hodiak, Tallulah Bankhead, Mary Anderson

Prigionieri dell'oceano (1944): Hume Cronyn, Walter Slezak, Henry Hull, John Hodiak, Tallulah Bankhead, Mary Anderson

 

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