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Angelo nero

Regia di Roberto Rocco vedi scheda film

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La recensione su Angelo nero

di mm40
2 stelle

Un restauratore americano si reca in un paesino italiano per prendersi cura di un antico ritratto di una nobildonna. L’uomo scopre ben presto che sia il quadro che il suo soggetto sono al centro di una maledizione.

Ottimo esempio di lavoro involontariamente comico, che parte con le maggiori ambizioni di thriller-noir-horror-gotico-filmacciodepaura e che finisce per far ridere pur contro le sue intenzioni, Angelo nero è una produzione televisiva targata Mediaset dalla regia affidata all’inesperto Roberto Rocco e dal cast che incoscientemente mescola buoni interpreti e divetti estemporanei o comunque prestati alla recitazione. È naturale che, con tali pretese, il risultato lasci ampiamente a desiderare: il ritmo è molle, i dialoghi sono farlocchi, i personaggi monodimensionali, la tensione inesistente e la tragicità delle situazioni vira inevitabilmente al comico; mettere Gabriel Garko nel ruolo del protagonista, poi, è una scelta che – per usare un eufemismo, a questo punto – non paga. Accanto a lui troviamo poi Ben Gazzara, Simona Cavallari, Giuliana De Sio, Hanna Schygulla, Lorenzo Flaherty, Massimo Ranieri, Pino Ammendola e Maria Schneider; in un piccolo ruolo c’è poi Naike Rivelli, quasi esordiente e meglio nota al pubblico come figlia di Ornella Muti. Del regista e di Enrico Maria Lamanna è la sceneggiatura; il prodotto nasce in origine come appuntamento in due puntate da circa cento minuti ciascuna, per poi venire diffuso per l’homevideo anche in versione condensata della durata circa della metà: ma anche in questo caso le pecche del film rimangono intatte e ben visibili, a partire dalla confezione televisiva, palesemente fasulla. 2/10.

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