Regia di Jack McHenry vedi scheda film
Un salto a ritroso nel tempo, sino agli Anni '30, all'interno di una "old dark house". Ma in regia sembrano starci Lucio Fulci e Sam Raimi, anziché James Whale! Curioso e riuscito debutto amatoriale di un talentuoso regista inglese, alle prese con un horror volutamente ironico e vintage.
1930, Westwood (Inghilterra).
George Walker (Tom Bailey) arriva dal Texas per incontrare quattro ex compagni scolastici di Oxford, ospiti nella tenuta di Victor (Charlie Robb). Sul posto, sono presenti anche Christine (sorella di Victor), e la coppia composta da Freddie ed Elisabeth. Durante il viaggio in treno, Walker viene ammonito dal passeggero Jeffrey, circa la sinistra nomea del maniero di Westwood, in passato abitato da un alchimista di dubbia fama. Una volta giunti a destinazione, dopo i convenevoli e un'improvvisata cena, tra George e Christine si scopre esserci più di una amicizia. Victor conduce quindi gli ospiti in una macabra camera, nella quale sono riposti i quadri inquietanti di Ichabod Quinn, pittore e alchimista precedentemente vissuto nella casa e scomparso misteriosamente nel nulla. Successivamente Victor introduce una nuova arrivata, l'anziana Madame Bellrose, una medium. Per scherzo, viene impostata una seduta spiritica, finalizzata ad evocare il fantasma di Ichabod Quinn. Lo spirito del malvagio personaggio s'impossessa della medium, mentre forze demoniache, in arrivo dalla cantina (tramite una porta spalancata sull'Inferno) manifestano la loro presenza. Per i cinque incauti partecipanti alla seduta non c'è possibilità di fuga, dal momento che le via d'uscita automaticamente sono state sigillate dalle forze del Male.
Davanti ad un sipario un uomo ammonisce il pubblico: in perfetto stile William Castle, ci viene consigliato di abbandonare la visione se facilmente suggestionabili. Poi partono i titoli di testa, mentre il bianco e nero anticipa l'ambientazione: siamo negli Anni '30, come si può dedurre dai mezzi, dalle pettinature, dagli abbigliamenti e dalla tecnica adottata (dissolvenze a schiaffo o con tendine circolari, macchine d'epoca ferme, con lo sfondo filmato a simulare il movimento). Vengono subito in mente i classici vintage diretti da Paul Leni (Il castello degli spettri) o James Whale (The old dark house), anche a causa di una ironia volutamente ricercata che percorre, parallelamente, la vicenda horror. Sorpresi e al tempo stesso affascinati dalla precisa ricostruzione (recitazioni a parte, sembra davvero un film in arrivo dal passato), restiamo poi incantati dalla meravigliosa messa in scena della seduta spiritica, forse una delle più efficaci (per atmosfera) mai girate per lo schermo: per quattro minuti abbondanti, un piano sequenza gravita senza sosta (con macchina da presa in rotazione) attorno al tavolo dell'evocazione, mentre la medium pronuncia inquietanti parole, prima di modificare il timbro vocale sino ad assumere la voce oltretombale di Ichabod Quinn.
Cavolo: questo Jack McHenry ci sa fare! Autore della sceneggiatura (in tandem con Alice Sidgwick) nonché regista e responsabile dei successivi (e divertenti) effetti speciali. E il proseguire del film è una sorpresa dietro all'altra: da quando cioè prende via l'invasamento progressivo, in forte debito con Evil dead, e si vengono a creare situazioni allucinanti e impensabili (favorite da stati onirici dei protagonisti, tipo Christine che in sogno si riduce di dimensione sino a stare nel palmo di una mano). Sembra di trovarsi di fronte ad un film d'epoca, girato cioè negli Anni '30, ma con Sam Raimi o Lucio Fulci ad orchestrare la regia e gli effetti splatter! Senza che mai, un garbato sottofondo ironico, abbandoni il racconto.
Approfondendo sui dettagli tecnici, scopriamo trattarsi di un film girato per scherzo, con un budget approssimativo di 20.000 sterline! Cosa da non credere: un debutto in grado di allietare l'appassionato del genere, per quanto ben costruito. Resta solo un dubbio, ovvero che Jack McHenry abbia visto (restando a sua volta impressionato) il bel Il demone di Laplace, per una struttura concettualmente simile, data dall'impostazione retrò in omaggio al cinema d'epoca, nonostante la differenza d'approccio (giocosa nel caso inglese, più seria e raffinata in quello italiano). Siamo di fronte ad un piccolo film, in grado però di rivelare con quanta passione (e indubbia personalità) il regista abbia riposto fiducia nel progetto, consapevole di avere tutti gli attributi per operare sorretto da una produzione seria. Here comes hell è stato molto ben accolto in patria, negli USA e tra una sempre maggior fetta di appassionati che, tramite il passaparola, lo stanno facendo emergere dall'anonimato e dalla piattezza della maggior parte di (ben) peggiori esordi, spesso affrontati con budget molto più sostanziosi.
"Vivono nel terrore gli scienziati
e la mente Europea s'arresta […]
né vita né morte è la risposta.
Un uomo che cerca il bene,
e fa il male.
In meine Heimat
Dove i morti camminavano
e i vivi erano di cartapesta." (Ezra Pound)
"Facevo un sacco di sedute spiritiche e chiedevo se ci fosse la vita dopo la morte. Alcuni spiriti hanno risposto: 'Colui che cerca la conoscenza cerca il dolore!'" (Matthew Bellamy)
F.P. 07/02/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 75'31) / Data del rilascio UK: 11/11/2019; Italia, stando all'imdb: 16/11/2019
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