Regia di Luigi Cozzi vedi scheda film
Terzo documentario sul cinema argentiano basato su interviste originali al regista e ad alcuni suoi illustri collaboratori; in questo capitolo Dario Argento parla del negozio romano chiamato in maniera appropriata Profondo rosso, che vende esclusivamente oggettistica horror, e del piccolo museo sottostante in cui vengono conservati abiti, trucchi e oggetti di scena dei suoi film più famosi, nonché di altre celebri pellicole dell'orrore.
Se Il mondo dell'orrore di Dario Argento, girato nel 1985 da Michele Soavi e contenente tra l'altro i backstage di Tenebre e Phenomena, aveva una buona manciata di ragioni di esistere, questo terzo capitolo della serie di documentari con protagonista il regista romano che parla del suo cinema risulta francamente un po' vuoto di contenuti e ridondante in quelle poche cose che vengono raccontate. Colpisce soprattutto la sfacciata pubblicità che viene fatta al negozio di oggettistica horror aperto nella Capitale dallo stesso Argento, utilizzato come pretesto per una nuova chiacchierata attorno alle fantasie da brividi del regista, ma sostanzialmente al centro di un lunghissimo spot di poco oltre i cento minuti di durata. A riempire in qualche modo il documentario, un'approfondita sezione sul museo sotterraneo al negozio, in cui sono custoditi oggetti di scena dei film argentiani e non solo; lo stesso Argento racconta poi alcune sue spaventose fantasie in una parte denominata giustamente Gli incubi di Dario Argento e presa quasi integralmente dalla rubrica omonima contenuta nella trasmissione televisiva Giallo, del 1987. Commenta in voce off Luigi Cozzi, anche regista del documentario, collaboratore di Argento da lungo tempo. 3/10.
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