Regia di Brian Yuzna vedi scheda film
**1/2 Buon horror metafisico e casalingo,che riecheggia il capolavoro "Rosemary's baby",e che smonta le sicurezze del benessere borghese con la follia e la devastante concretezza del corpo: il tipico tema yuzniano.
Un racconto in crescendo,sempre venato da sottili angosce che esplodono alla fine,è una riflessione sulla maternità e la formazione della famiglia,non solo sul valore sociale e sull'onere che questa può comportare,ma soprattutto sul legame (meta)fisico che si crea tra un feto e la madre,che trascende ogni logica e buonsenso e confina in modo inquietante(perchè vero e comune)con la follia.Personaggi quasi in secondo piano rispetto al discorso generale.
Non è tra le cose migliori del regista,ma ha ancora la sua vena(a differenza di "Faust")
Straordinaria figura di strisciante orrore.
Brava,specie nel finale,ma non troppo espressiva.
Una faccia forte e inquietante.
Yuzna è uno che lavora di cervello e stomaco,e se qui la produzione non gli da una mano(al contrario del memorabile "Society"),lui continua imperterrito col suo corrosivo percorso tematico e con la sua agghiacciante freddezza filmica,superando l'impasse di un budget che può portare al ridicolo, con una cura delle atmosfere e delle sensazioni fisiche che ancora colpisce.Nonostante sembri ripetersi.
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