Regia di Craig Brewer vedi scheda film
Un sequel forse migliore del capostipite. Gli originali non sempre sono migliori, infatti. Sfatiamo il detto. Comunque, la donna di Murphy, ovvero Paige Butcher, è una bionda reale. No, scusate, regale. Bestiale. Da incoronare e farsela di rima baciata, no, con ritmo ficcante.
Ebbene, oggi recensiamo il sorprendente Il principe cerca figlio con lo strepitoso Eddie Murphy.
Film disponibile in streaming su Prime Video di Amazon a partire dallo scorso 5 Marzo.
Seguito, a distanza di circa trent’anni, del clamoroso cult dell’impagabile John Landis (Una poltrona per due), ovvero Il principe cerca moglie, Il principe cerca figlio ne riprende, in originale, l’esatto titolo, cioè Coming to America, ovviamente apponendovi il 2, essendone per l’appunto il sequel. Anzi, a essere più precisi, diviene Coming 2 America. Per cui, in base a un facile gioco di parole di assonanze, secondo la lingua anglosassone, 2 assume il significato di to...
Stavolta diretto da Craig Brewer, classe ‘71. Lo stesso regista del fenomenale Dolemite Is My Name (da noi ottimamente recensito, film però di Netflix) e, naturalmente, con lo stesso protagonista. Eddie, Eddie Murphy, chi sennò?
Dunque, come si suol dire, squadra che vince non si cambia ed ecco allora tornare, in un ruolo minore ma decisamente incisivo, anche Wesley Snipes.
Trama: nella sempreverde e lussureggiante, floridissima Zamunda, Akeem (Eddie Murphy), dopo il suo lungo principato, in seguito alla morte di suo padre (James Earl Jones), viene incoronato signore incontrastato del regno. Assieme al suo inseparabile braccio destro storico (Arsenio Hall), amico da una vita e fido consigliere generoso, al fine di rintracciare e abbracciare suo figlio (Jermaine Fowler), il re Akeem inizierà un picaresco viaggio, in particolar modo esistenziale, ricolmo di colpi di scena esilaranti, che partirà dalla sua “immaginaria” terra originaria per approdare ai Queens, il quartiere dei neri di New York ove tutto ebbe inizio tanti, tanti anni fa.
Akeem è da tempo sposato con Lisa (Shari Headley), dalla quale ha avuto tre figlie ma nessun discendente maschio che possa ereditarne il trono. Akeem è peraltro minacciato dall’infido generale Izzi (Snipes).
A onore del vero, nonostante il planetario successo straordinario riscontrato dal film di Landis, dobbiamo ammettere, con estrema onestà intellettuale, che Il principe cerca moglie, non ce ne vogliano i suoi aficionado incalliti, non è il film migliore di Landis, certamente. Probabilmente, è stato anche esageratamente sopravvalutato.
Valse e vale ancora, soprattutto, per le prove mimeticamente trasformiste di Murphy e Hall moltiplicatisi in vari ruoli da loro stessi personificati dietro magici trucchi all’avanguardia. Il film fu candidato al Best Makeup per opera del maestro Rick Baker (truccatore immenso, vincitore di ben 7 Oscar, artefice degli “effetti”, fra gli altri, di Un lupo mannaro americano a Londra per il suo e nostro Landis).
Azzardiamo quindi ad affermare coraggiosamente che, a dispetto delle aspettative negative riguardo la riuscita di questo sequel, Il principe cerca figlio è invece, possibilmente e paradossalmente, superiore al capostipite. Sì, avete letto bene e la nostra non è una semplice provocazione.
La pellicola di Landis, rivista infatti col senno di poi, c’appare molto datata e piena di battute e gag che, oggigiorno, si rivelano vecchiotte e scontate.
Il principe cerca figlio, chiariamoci, non è un capolavoro ma, nella sua freschezza e nella sua anti-pretenziosa, sobria brillantezza asciutta, forse funziona di più ed è più “moderno”.
Murphy e Hall sono leggermente, fisicamente appesantiti, questo sì, d’altronde sono trascorse tre decadi da allora... Anche qui però si sdoppiano e triplicano con istrionismo dei tempi d’oro.
Sono attempati, sì, eppur conservano ancora una gagliardezza attoriale da far impallidire tutti i comici odierni. Insomma, sono in formissima dal punto di vista prettamente recitativo. Regalandoci risate a gogò, gigioneggiando da par loro con impari bravura entusiasmante.
Perciò, Il principe cerca figlio, nelle sue due ore di durata, scorre che è una bellezza e si lascia vedere molto volentieri. Non annoia mai, intrattiene con gusto e piglio, anzi, alla grandissima piglia...
Malgrado qualche lentezza e alcune sbavature, nonostante a fasi alterne scada in inevitabili sortite nella consueta volgarità eccessivamente goliardica e sboccata, tipica dell’inconfondibile, a tratti insopportabile, mood murphyano.
In questi giorni tristi di Covid-19, Il principe cerca figlio vi donerà una liberatoria ventata di pura aria fresca.
Elargendovi sana, sacrosanta letizia e armoniosa, godibilissima ilarità, diciamo, vivacemente fanciullesca.
Abbiamo bisogno come non mai di allegrezza e di un po’ di divertente spensieratezza. In giro, si leggono pareri discordanti della Critica statunitense in merito a questo film di Brewer. Soprattutto in Italia, la pellicola non è stata molto amata dalla cosiddetta intellighenzia. Che l’ha reputata piuttosto piatta e priva di vera verve.
Salvandola solo in virtù dei suoi numerosi, ottimamente orchestrati numeri musicali. Invece, sbaglia completamente. Ripetiamo, Il principe cerca figlio non passerà alla storia, inoltre si dimentica subitaneamente. Però non è affatto disdicevole.
Anzi, c’auguriamo vivamente che l’oramai affiatato terzetto, formato da Brewer-Murphy e Snipes, c’alletti presto di altri giocosi, euforici gioiellini come questo.
L’inizio de Il principe cerca figlio leggermente tentenna ma poi il film carbura esplosivamente.
di Stefano Falotico
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