Regia di Giorgio Bianchi vedi scheda film
Spas-so-sis-si-mo. Uno dei migliori Sordi di sempre, in una caratterizzazione assolutamente sua, inconfondibile e riuscitissima, purtroppo però inserita in una storiella non troppo originale, ma discretamente vivace. De Sica e la Valeri (ma c'è anche Franco Fabrizi), va da sè, sono spalle eccellenti, ma nulla possono di fronte al mostruoso istrionismo di Albertone, quando il protagonista è in scena. Un'altra delle commedie all'italiana fustigatrici dell'ipocrisia dei nostrani costumi, che va a colpire la figura del bigotto reazionario - mettendone in luce l'umana debolezza - che ben rappresentava lo stereotipo del censore democristiano che in quegli anni furoreggiava. Quasi strano infatti che il film sia sopravvissuto al filtro della censura, approfittiamone per goderci una delle prove immortali di Sordi.
Agostino è un integerrimo censore, quarantenne e scapolo, che dedica la sua vita al lavoro. Il suo capo cerca invano di affibbiargli la figlia, presuntuosa e bruttarella; fra la chiusura di un night ed un taglio ad un film, un giorno scoppia la scandalo su Agostino: sarebbe a capo di un traffico internazionale finalizzato alla prostituzione. Mentre la polizia lo porta al commissariato, lui cerca di difendersi accusando tutti delle nefandezze che grazie al suo ruolo è venuto a sapere...
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