Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
Avido, ambiziosissimo, manipolatore, narcisista, malvagio e senza scrupoli e con un complesso edipico abnorme, Stan Carlisle (Cooper) comincia la sua attività di mentalista in una fiera delle illusioni dove conosce Molly (Mara), vittima come tutti dei suoi artifici seduttivi. Con lei va a cercare fortuna in città e le cose sembrano girare benissimo soprattutto all'indomani dell'incontro con una psichiatra (Blanchett) ancora più assetata di denaro di lui. La donna lo mette in contatto con pazienti facoltosissimi - ai quali Stan fa credere di avere capacità di medium - che aumenteranno a dismisura le fortune di entrambi. Ma il gioco diventerà pericoloso.
A quattro anni dallo splendido La forma dell'acqua, Guillermo Del Toro torna con un film cupissimo che è il remake dell'omonimo film di Elliot Goulding del 1947, a sua volta tratto da un romanzo di William Lindsay Gresham. Ambientato agli inizi degli anni '40, il film si divide tra una prima parte più fiacca ma dai contenuti iconici tipicamente nelle corde del regista messicano e una seconda parte (per una durata totale fluviale di 150 minuti) che è uno psico-thriller piuttosto ellittico nel quale il motivo del complesso edipico del protagonista non trova mai un fondamento chiarificatore e sembra usato più come un MacGuffin per incuriosire lo spettatore. Il resto è grande cinema, un piccolo trattato di semiotica delle emozioni con interpreti impeccabili e ambientazioni d'epoca ricostruite ad arte. Peccato per la musica tonitruante di Alexandre Desplat, onnipresente, che spesso finisce per opacizzare i dialoghi.
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