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The Woman Who Ran

Regia di Sang-soo Hong vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Woman Who Ran

di alan smithee
8 stelle

locandina

The Woman Who Ran (2020): locandina

FLORENCE KOREA FILM FEST 2021-NEW KOREAN CINEMA
La timida Gamhee, che non si è mai separata dal marito nei cinque anni che sono trascorsi dal loro matrimonio, approfitta di un viaggio di lavoro del marito per tenersi occupata andando a trovare alcune amiche nella periferia di Seoul. Per prima cosa si reca a casa di una coetanea appena divorziata, poi presso una insegnante di pilates da poco trasferitasi presso un appartamento nuovo di zecca e valorizzato da una gradevole vista sul monte prospiciente, sito in un condominio signorile. Infine la donna incontra per caso un'altra conoscente, che approfitta della situazione per chiederle scusa riguardo ad un fatto occorso in un recente passato.

Kim Minhee, Kim Saebyuk

The Woman Who Ran (2020): Kim Minhee, Kim Saebyuk

scena

The Woman Who Ran (2020): scena

Due appartamenti ed un bar sono sufficienti affinché il meraviglioso minimalismo dell'ottimo regista Hong Sang-soo possa appassionare lo spettatore che riesce ad addentrarsi nelle suggestioni che il vivere quotidiano riesce a manifestare, ogni qualvolta questa consuetudine di vivere riesca ad essere colta dalla sensibilità del fine cineasta, ora più che mai il nuovo Rohmer coreano, a cui basta davvero un vago spunto associativo per poterci ricavare un film intero: una storia di sole donne o quasi, in cui l'uomo interviene al fine di rappresentare l'aspetto dal quale desiderare di fuggire, o scappare.

Kim Minhee

The Woman Who Ran (2020): Kim Minhee

Shin Seokho, Lee Eunmi

The Woman Who Ran (2020): Shin Seokho, Lee Eunmi

E se la nostra protagonista assapora con pacata esaltazione quasi infantile l'ebbrezza di quell'effimero momento di piena libertà e consapevolezza di sé, imparando ad apprezzare quella indipendenza che ormai ritiene spettarle di diritto, ecco che grazie al tocco magico del regista e sceneggiatore, lo spettatore finisce per proiettarsi nella mente e nel corpo della protagonista, imparando ad apprezzare le gioie esclusive di quegli attimi di sconsiderata ma contenuta felicità che attraversano lo stato d'animo della donna.
Sang-soo ci immerge nella vita schietta di tutti giorni, fatta di semplicità e di gesti di routine come quello di condividere un frutto con un'amica, di inquadrature di borgate che non fanno nulla per edulcorare una realtà che si manifesta nella sua più esplicita schiettezza, nei fili della luce che sovrastano gli spazi calpestabili, nelle aiuole ordinate ma anche un pò sottotono di una realtà che non ha bisogno di ingigantirsi né di abbellirsi per rivelarsi in tutta la sua splendida ordinarietà.
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