Quanto mi piaceva Tsai Ming-liang... grazie a Ghezzi e il suo Fuori Orario, di notte sono stato investito da un cinema silenzioso, muto, sottile. Sin dal suo esordio con Rebels of the Neon God, ha girato pellicole una più bella dell'altra, per arrivare al definitivo Goodbye, Dragon Inn. Già con Il gusto dell'anguria avevo notato un certo scricchiolio nelle tematiche, in quel "vuoto" che maestro lui era, fino al ripetersi quasi alla nausea con I don't want to sleep alone,Visage e Stray Dogs. L'ultimo, Days, osannato ovunque, è talmente estremo, ridondante, ripetitivo, da far sudare freddo! Oltre due ore di noia assoluta. Le sue immagini non colpiscono per nulla, il silenzio non è più rumoroso e il vuoto è strapieno. Il finale di Vive l'amour è lontanissimo. Sarò l'unico a dirlo, ma
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