Regia di Luigi Capuano vedi scheda film
Nell'India colonizzata dagli inglesi, la figlia di un ufficiale è stata rapita dai tughs, ancora bambina. Cresciuta, è diventata sacerdotessa di quel popolo; il padre, messosi sulle sue tracce, viene a sua volta rapito. Ma l'intrepido Tremal Naik è in arrivo.
Arpad DeRiso e Ottavio Poggi scrivono la sceneggiatura, partendo da un romanzo di Emilio Salgari (Gli strangolatori del Gange); Sandokan non c'è, ma bene o male il risultato non cambia granchè (c'è Tremal Naik, comunque). Nel 1965, a peplum - film mitologico - ormai fuori tempo massimo e con il filone cappa & spada bisognoso di un attimo di pausa, i romanzi di Salgari erano l'ideale per proporre avventura, esotismo e buoni sentimenti in un unico pacchetto, sfruttando scenografie e costumi riciclati e di scarso valore, qualche interprete più o meno accattivante e i soliti validi mestieranti di Cinecittà e dintorni. Ecco così che a Luigi Capuano, attivo dal secondo dopoguerra con opere decisamente alimentari e già autore nei mesi precedenti di un paio di Sandokan (Alla riscossa e Contro il leopardo di Sarawak), viene affidato questo I misteri della giungla nera. Le possibilità sono quelle che sono, ma la cosa positiva di questo tipo di pellicole è che non si credono certo di essere meglio di ciò che sono: recitazioni non sempre impeccabili, combattimenti molto approssimativi, dialoghi retorici e inverosmili sono alla base del lavoro. Nel cast Giacomo Rossi Stuart, Guy Madison, Peter Van Eyck, Ingeborg Schoener, Ferdinando Poggi e Giulia Rubini; fotografia di Guglielmo Mancori e colonna sonora di Carlo Rustichelli. 2,5/10.
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