Regia di Christian Petzold vedi scheda film
Scandagliatore ad ampio raggio dell'animo femminile, dopo La scelta di Barbara e Il segreto del suo volto, Christian Petzold ci propone un altro ritratto enigmatico di donna, temperato - come nelle opere precedenti - da un approccio tipicamente teutonico che smorza in parte l'intensità emotiva del film.
Figura mitologica del folklore germanico, Ondina (o Undine) è una ninfa senz'anima che attira gli uomini fino all'annegamento. Tramandato dalle teorie di Paracelso, il mito di Undine diventa un film a cavallo tra realtà e immaginazione, che richiede allo spettatore una sospensione della credulità e un ampio patto finzionale. Undine (la bellissima quanto intensissima Paula Beer) è una storica che lavora in un museo Berlinese (una città sorta dalle paludi, nella quale ritroviamo ancora l'elemento acquatico) dove illustra enormi plastici della città. Il suo compagno (Matschenz), un sommozzatore, la lascia per un'altra. Lei trova un nuovo compagno (Rogowski) che fa lo stesso lavoro. Ma i due non riescono quasi mai a trovarsi sulla stessa dimensione temporale.
Scandagliatore ad ampio raggio dell'animo femminile, dopo La scelta di Barbara e Il segreto del suo volto, Christian Petzold ci propone un altro ritratto enigmatico di donna, temperato - come nelle opere precedenti - da un approccio tipicamente teutonico che smorza in parte l'intensità emotiva del film.
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