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The Batman

Regia di Matt Reeves vedi scheda film

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La recensione su The Batman

di 79DetectiveNoir
3 stelle

Se avete tre ore da spendere, non lavorando, dormite o guardate un porno. Questo film è soporifero, lento più di un vecchio di 90 anni. Nella mia vita, per 42 anni son stato ricattato. Con: o lavori o non sei un uomo. Allora sarò un supereroe e state molto attenti, ora. Comprate i miei libri e provate a scriverli voi, tonti.

Robert Pattinson

The Batman (2022): Robert Pattinson

locandina

The Batman (2022): locandina

Robert Pattinson

The Batman (2022): Robert Pattinson

Colin Farrell

The Batman (2022): Colin Farrell

Robert Pattinson, Matt Reeves

The Batman (2022): Robert Pattinson, Matt Reeves

 

Ebbene, belli guaglioni e ratti agonadici, se v’imbatterete nel pazzo che sono io, no, nel pezzo sottostante, anzi, già l’adocchiaste di preview disarmante, immantinente penserete... questo è fuori! Chi mai leggerà o vorrà pazientemente leggere, nel 2022, cioè periodo tempestato dalla frenesia e dalla sveltezza “giornalistica” d’accatto, infatti, un papiro pieno di lessicali ghirigori e arzigogoli interminabili, cioè una recensione a mo’ di geroglifico incomprensibile? Da decriptare e decifrare senza che si abbisogni di spiegazioni, lavagnette a scopo didascalico e citazioni fra parent(es)i?

Ora, tanto per essere chiari fin dapprincipio. La prima parte non è mia, non è plagiata ma copia-incollata, cioè digitalmente scritta da questo link che qua vi appioppo: https://www.wired.it/article/the-batman-film-recensione/
Lasciando stare la forma grammaticale dell’articolo riportatovi, abbastanza corretta, va ammesso senz’infingimenti, a prescindere dalle virgole usate ogni quattro righe e congiunzioni nostre neuronali che saltano durante la lettura, che è piuttosto giusta anzi, fin troppo politically correct, ah ah.

Dopo vi sarà la mia finale freddura... intanto, leggiamo, io l’ho già letta, voi amate i gialletti? No, così, tanto per... chiedere. Ma non perdiamoci in voli da pipistrelli, no, in futili, pindarici voli di calembour non necessari, miei rettili, derelitti e reietti (dis)umani dei più miserrimi.

The Batman, quando Hollywood fa così è da perdere la testa

 

A sorpresa questa quinta versione del personaggio per il cinema è una delle più coinvolgenti e riuscite in assoluto

The Batman è l’apoteosi delle possibilità a cui oggi tendono i cinecomics e più in generale l’apice di cosa possa ambire ad essere un film di Hollywood pensato per il maggiore incasso possibile. Una volta tanto ci sì trova di fronte ad un film di grande maestria e acute invenzioni che non ha a cuore solo la tenuta psicologica dei propri fan ma che cura anche la propria dimensione visiva con la medesima ricerca estetica dei più particolari e stimati disegnatori di fumetti. E come per i fumetti disegnati meglio anche questo film con le sue scelte cromatiche (ma anche con un sonoro fuori dalla grazia di Dio) è capace di andare oltre la propria storia, oltre i personaggi e oltre gli eventi per creare una dimensione astratta dentro la testa di ogni spettatore, fatta di sensazioni prima che di dialoghi. È la rappresentazione dello spirito di Gotham city, città derelitta in cui niente migliora mai, che sembra esistere solo di notte e con la pioggia, ricettacolo di criminali e corruzione. Un mondo in cui The Batman fa battere un cuore sentimentale soffocato da tutto questo nero. Perché stavolta nonostante la presenza del Pinguino e dell’Enigmista è chiaro che il nemico vero di Batman è questa città ingovernabile nella quale, lo dirà lui stesso, nonostante siano due anni che agisce il crimine è addirittura peggiorato. Gotham è la sua nemesi, il mostro contro il quale si batte e che a tutti i livelli frustra il suo desiderio di fare la differenza e che, in una grande idea finale subirà nelle sue strade e nei suoi spazi la furia degli elementi, come se davvero fosse un personaggio. A questo ben si accosta il fatto che fin da subito questo Batman è adolescente. Nella pratica non lo è, ha circa 30 anni come tutti i Batman (e come il suo attore), ma lo è nell’atteggiamento, perché sia Reeves (il regista) che Robert Pattinson (il protagonista) portano al personaggio delle note da rabbia adolescenziale eccezionali ed inedite. Batman è il ragazzo che non si integra, poco popolare, chiuso in se stesso e nel proprio dolore, Batman ha il trucco nero intorno agli occhi (lo vediamo quando si leva la maschera), Batman in una delle scene più belle viene guardato malissimo da tutti i poliziotti mentre cammina accanto a loro (rappresentazione di autorità), Batman non è accettato dagli altri, Batman è accompagnato da una band simbolo della teen angst, i Nirvana, Batman è un ragazzo che scopre che molto del suo idealismo e di quello che sapeva su di sé e sulla propria famiglia non è vero. E ovviamente Batman trova in Catwoman una sbandata come lui con cui coltivare uno strano sentimento fatto di affinità.

La scena dei due in moto al cimitero è forse uno dei momenti più raffinati e sensibili di tutto il film, che dice tutto (di nuovo) non con le parole ma con le immagini e i movimenti delle due moto che rappresentano due volontà. Sia chiaro che sono tutte cose che già avevamo visto (o più che altro letto) ma che qui si colorano proprio di quella tinta tra Il corvo e Batman: Year One (anche se siamo al secondo anno di attività) che Reeves centra come nessuno prima di lui. Ma come abbiamo detto, The Batman è il trionfo della macchina film sul personaggio. Nonostante quello di Pattinson sia un Bruce Wayne/Batman originale e intrigante, a reggere tutto è quest’aria da detective story classica (anzi da hard boiled, a voler essere cinefili), le indagini, le scoperte e la catena di marcio a tutti i livelli che appassiona lungo una durata apparentemente spaventosa (3 ore) che invece scorre liscia, in un caos notturno creato così bene ad arte da essere eccitante. Ad un certo punto in una stanza d’ospedale senza finestre o sbocchi sull’esterno sentiamo la pioggia battente in sottofondo ad un dialogo. Non è possibile ma è perfetto, la pioggia di Gotham è dentro la testa dei personaggi e quindi nella nostra, è un tappeto quasi musicale che ben si accosta con la colonna sonora di Michael Giacchino che sembra non stare mai zitta. Perché quel mondo marcio e piovoso è l’esternalizzazione dell’intimità traumatizzata e derelitta di Bruce Wayne stesso. The Batman è una vera impresa, un cinecomic come ancora non ne avevamo visti, fortemente d’autore, dotato di una personalità visiva fortissima, unica, e proprio per questo capace di usare quelle figure note per dire qualcosa di diverso e unico. Merito di Peter Craig e dello stesso Matt Reeves che sono riusciti nell’impresa di scrivere un Batman ingenuo senza snaturare un personaggio che ha nella sicurezza nei propri mezzi una caratteristica cruciale. E in questo si rivela perfetta la scelta di Robert Pattinson, con la sua naturale inclinazione verso l’introspezione e un corpo al tempo stesso molto maschile ma anche molto sensibile. Lui recita perfettamente la tenacia e la tensione innaturale di Bruce Wayne verso una missione che è al tempo stesso un trauma e l’inarrestabile forza di una persona sensibile.

Lo stesso purtroppo non si può dire dei villain del film, che ne costituiscono la parte meno incisiva. Il Pinguino di Colin Farrell è ai margini di tutto, un personaggio secondario, mentre l’Enigmista arriva quasi nella seconda metà del film e Paul Dano è subito stonato, l’unico membro del cast in overacting, cioè che recita con un tono carico ed espressionista là dove gli altri invece si tengono più misurati e ancorati ad una certa forma di naturalismo. Sembra appartenere ad un altro film. È così un altro personaggio, a sorpresa, ad emergere, il Carmine Falcone di John Turturro. Criminale con tutto in mano e personalità al tempo stesso dimessa, familiare e corrotta, il polipo con i suoi tentacoli in tutta Gotham, avatar perfetto del padre da tradire e metaforicamente uccidere, quello che mente, truffa e distrugge la vita dei figli. Che poi è una figura che non manca mai nel cinema di ribellione adolescenziale.

 

Robert Pattinson, Jeffrey Wright

The Batman (2022): Robert Pattinson, Jeffrey Wright

 


  1. La mia replica da Joker

 

 

Ora, questa recensione è un bidone e niente di quello scrittovi corrisponde al vero. Invero, in verità vi dico, sì, io che non sono onnisciente ma molto sapiente, che poche persone, le quali erroneamente si spacciano per critici frettolosamente, sono veramente intelligenti. Non sono deficienti ma, se vogliamo essere onesti, non sanno quasi niente. Pontificano sulla settima arte e non solo, sparlando anche d’ogni persona con faciloneria da cogl... ni dei più deplorevoli e ignoranti. Attenendoci, comunque sia, a questo articolo sciatto e un po’ tirato via, come si suol dire, The Batman di Matt Reeves è esattamente così come descrittoci. Ah, dunque che dico, deliro e mi contraddico? No, vi suggerisco di aprire gli occhi e attestare, con obiettività e lucida cognizione di causa riflessiva, altresì sanamente recensoria, che proprio in virtù, o a causa, delle ragioni genericamente espresse nell’articolo citatovi e qui ficcatovi, The Batman è un film che poteva piacere al sottoscritto a quindici anni. Ma oggi ne ho 42, quasi quarantatré e ne dimostro 13, eh eh.

No, a parte gli scherzi, Pattinson non è un grande attore, ha una gamma espressiva più limitata di un boomer, il quale scelleratamente sbandiera ai quattro venti di essere dotto (falsità assoluta e tragicomica, oserei dire assurda, forse astratta) mala cui varietà e apertura mentale, invece, è a sua volta più minuscola di un mollusco.

Sì, il vecchietto ammira, semmai, Pattinson per la sua bellezza e il suo talento in crescita, cosicché dice... uhm, bellino e bravino, smentendosi, cinque minuti dopo, poiché nel frattempo s’è recato su Google e ha rinvenuto le nuovissime foto di lui accompagnato per strada da una bella figliola. Anzi, bando ai francesismi, il vecchietto assistette a Pattinson immortalato assieme a un’enorme figa con tette più grosse di Eva Notty. Che siano fake tits o vere, il risultato non cambia e non importa, il vecchietto arriva... in zona erogena, no, infarto e viene... spappolato di cirrosi epatica per immediato sentimento devastante di antipatia poco empatica.

Lui esplode di rabbia e, in silenzio pensa, sono più bello e bravo io!

Sì, so come sono fatti i vecchi rancorosi. Ché, essendo in andropausa da una vita, rosicano e di rancori ribollono d’ire pericolose che essi scagliano contro i giovani in fiore e a livello ormonale calorosi, al fine, non tanto finissimo, di castrarli in un nanosecondo, urlando perfino loro: dovete ancora mangiarne di pagnotte, siete dei nani onanisti e, se continuerete a masturbarvi, non solo il cervello, non combinando un caz... o da mattina a sega, no, a sera, la vostra vita andrà a mignotte! Per la Madonna! E non bestemmiate, dio Porco!

Mah, se lo dice lui che ha l’abbonamento ai maggiori siti a luci rosse e si lamenta d’essere povero in canna in quanto sputtana tutta la pensione con le puttane, costui va giustamente sputtanato.

Comunque, i porno li guardiamo tutti. E se qualcuno afferma di non guardarli, ah ah, mente spudoratamente. Voyeur, io vi guardo, ah ah!

Ebbene, non tutti i vecchi sono invidiosi, gelosi e bavosi. Non generalizziamo, suvvia, non facciamo di tutta erba un fascista, no, un fascio... di loro nervi poco saldi.

Molti sono così, in effetti, ciò è indubbio. Gli altri sono affetti da demenza senile, son in ospizio oppure sono morti, ah ah. Insomma, se prima furono cazzuti come Danny Glover di Arma letale, ora sono Glover di Nonno scatenato, e ho detto tutto lapidariamente. Più che altro, non sanno neanche più recitare una piccolissima poesia di Natale, in quanto sofferenti di afasia e rimbambimento mentale dei più devastanti, nemmeno una pappardella a memoria. Mangiano la pappina, si fanno chiamare papini e usano il pappagallo. Oppure sono come Willem Dafoe di The Lighthouse e ho detto tutto... per l’ennesima volta.

Per dovere d’onestà e di beltà, Pattinson è un bell’uomo ma erano più belli, rispetto a lui, Brandon Lee e Johnny Depp. Che cosa? Johnny Depp non è mica morto. Praticamente, sì. Amber Heard gli sta divorando il conto in banca, diffamandolo in quanto Johnny non arretra dalla sua pensione, no, posizione... del Kamasutra? No, ideologica, sostenendo difatti che Amber meritava degli schiaffoni pur essendo una sberla, in quanto un puttanone. È vero, Johnny ha ragione. Non rompetegli più i coglioni.

E voi, bambagioni e bambinoni, finitela di pensare che l’adolescenza sia uno stato mentale da bei tenebrosi malinconici tanto idealisti e romanticamente nichilisti quanto speranzosi e nient’affatto cupi, bensì di purezza incantevoli e nei cuori, apparentemente neri, in realtà luminosi. No, io a sedici anni non ascoltavo i Nirvana. Neanche adesso li ascolto. Giammai infatti compresi se soffrii di senilità precoce o di oligofrenia atroce.

Che sia io quindi il Peter Pan di Finding Neverland? Mah, non lo so. Ma veniamo... a noi, figli di tr... ia.

L’incipit di The Batman è identico a Blade Runner, Pattinson, più che figo dall’anima inquieta che piace sempre alle sbarbine che si bagnano più di Gotham City, ché vogliono il topo, no, il tipo dal fisico asciuttissimo ma non economicamente all’asciutto, dunque già arrivato... coi soldoni e il macchinone, dicevo... Pattinson sembra un drogato di Piazza Verdi di Bologna con la differenza che Pattinson/Bruce Wayne non finirà in rovina ma, al massimo, in rehab. Poi, ricatterà un’infermiera in ospedale, chiedendole di dimetterlo subito dietro una sveltina con tanto di lauti quattrini elargiti lei in camuffa con tanto di mascherina... per passare inosservato e recitare la parte del pulitino...

Tornerà a casa, a Beverly Hills, si farà di nuovo... anche la nuova accompagnatrice rimorchiata su un sito di Escort dell’Hollywood hard-core, si rifarà poi il look e sfilerà in passerella con un’altra super-passeron’.

Perché sa che The Batman è un film di merda per nerd e per uomini mai cresciuti che l’osannarono ancora prima di vederlo e che è giusto combattere per una giusta causa... finanziaria. Se considerate questa mia recensione delittuosa e mostruosa, chiamate la neuro e fatevi ricoverare. Siete puttaneschi e non direte mai che il film fa schifo perché vi siete, oramai da una vita, prostituiti da lingue marroni.

Perciò, uomini facilmente impressionabili e suggestionabili, abbindolabili, uomini smidollati, qualunquisti e pressappochisti, cioè pressappoco la stessa cosa di sinonimi, Eraclito sostenne, a grandi linee, dei concetti dicotomici di natura duale ineluttabile. Per esempio: se c’è la normalità, c’è anche la pazzia e viceversa.

Lo/a fanno studiare a scuola, pensa te che roba...

Traslando la stronzata di Eraclito da scoperta dell’acqua calda, Eureka!,  evviva peraltro Archimede, se c’è un Batman depresso cronico da pastiglie Chrono, anche strafatto di artificiale droga, c’è per forza un’impasticcata che vorrà imboccarselo ogni giorno, ogni notte e a ogni orgia, no, scusate, ora.

Per una compenetrazione psico-fi(si)ca/carnale di rapporto non solo sessuale, bensì che ficcata/figata, no, sfogante ogni frustrazione della nostra triste e inesorabile condizione umana imbattibile assai grave e inguaribile.

Altro esempio: un uomo brutto va da una donna brutta e le chiede di uscire con lui. Lei esce subito con lui. Un uomo Pattinson va da una donna brutta e le chiede di uscire con lui. Lei lo prende per pazzo. Anzi, pensa sia Colin Farrell di Miami Vice impazzito e imbruttitosi come Il Pinguino e preferisce leccare... un gelato Mottarello conservato nel freezer della De Longhi.

Pattinson l’amava e non capisce. Perché, effettivamente, non ha una gran testa questo Pattinson qua, eh.

Su Facebook, lessi che Pattinson è il nuovo Daniel Day-Lewis. Certo, di tua sorella. Che sarà, appunto, una in cura a un centro di salute mentale poiché, senza star a sottilizzare di diagnosi psichiatriche, reputa Paul Dano un bel ragazzo e il suo ragazzo, invece, uguale a Oscar Isaac, ovvero il pornoattore Ryan Driller. Sì, Ryan è spiccicato a Oscar. Però non capisco perché James Deen girò The Canyons di Paul Schrader mentre Driller non viene accreditato, su IMDb, come il protagonista de Il collezionista di carte. Adesso, se pensate che ho scritto cazzate, è vero. Era per farvi ridere perché The Batman fa piangere. Ah, dimenticavo... molti di voi impazziscono per Zoë Kravitz. È mille volte meglio Gina Gershon dello storico videoclip epocale della canzone Again...

Per finire, Pattinson è un attore mediocre ma Lenny Kravitz è un grande cantante. Se siete invidiosi, sparatevi in testa come Kurt Cobain. Se pensate che vale la pena vivere per il Cinema e la Musica, datevi all’agricoltura. Riceverete meno delusioni. E non sarete potati da ragazzi in fiore da orto botanico.

Questo mondo è andato a bottane. Perciò, giù botte e chi se ne fotte!

Ah sì, tu te ne fotti? Bravo, fottiti. Comunque, voto al film, 7 e mezzo. Ecco il contradditorio.

 

Robert Pattinson, Zoë Kravitz

The Batman (2022): Robert Pattinson, Zoë Kravitz

 

Robert Pattinson

The Batman (2022): Robert Pattinson

Zoë Kravitz, Robert Pattinson

The Batman (2022): Zoë Kravitz, Robert Pattinson

John Turturro

The Batman (2022): John Turturro


  1. Stavolta c’è il due senza tre, smentisco il detto e quanto da me, nel capitolo precedente detto, appunto, in quanto sono l’esemplificazione del participio passato contraddetto, forse sono sol interdetto, ah, ma che dico? Fermatemi!

 

 

The Batman di Matt Reeves è un bel film, sì, è bello come Pattinson.

Pattinson è bello ma non è bellissimo. Parimenti, The Batman rimane bello e basta. Niente di trascendentale. Voi invece praticate meditazione orientale?

In passato, fui brutto, poi bruttissimo, poi fui carino, per molto tempo non usai l’ocarina e ora sono belloccio. Monica Bellucci era molto bella, adesso è invecchiata e leggermente imbruttita.

Molti di voi vogliono farsi belli agli occhi altrui. Ma è inutile che andiate in palestra a fare... le belle fighe.

Non sapete recitare, non sapete scrivere e non sapete neanche ironizzare sulle vostre quotidiane sfighe.

Vi prendete sempre maledettamente sul serio anche quando uno vi guarda per 3 secondi netti e giustamente pensa che siete degli inetti.

Io sono vendetta?

Macché. Mica sono De Niro di Cape Fear con tanto di tatuaggio che recitò la scritta Vengeance is Mine.

Sono quello di Taxi Driver.

E, su questa freddura finale, v’ho freddato.

Fra pochissimi giorni sarà Pasqua, tutti dicono che in ogni zona d’Italia fa caldo ma io ho il raffreddore.

Sì, quando la gente ha caldo, soprattutto le donne in calore, io ho freddo perché mi piace pensare che la cantante Giorgia ha una bella voce ma è racchia forte.

E poi che dice e urla, da cornacchia frustrata, in quella canzone... Oronero? Stronzo senza fine?

Ma la smettesse questa stronza. Coi soldi che ha, qualche nuovo Pino Daniele da Vento di passioni con Brad Pitt, no, Vento di passione, lo troverà.

Che voglio dire? Che Pino non era un ottimo chitarrista?

No, dico che Giorgia vedrà Pitt col binocolo e che a Laura Pausini preferirò sempre Nic Cage di City of Angels con tanto di Pino Silvestre e bosco coi pini.

Ora, scusate, devo andare alla gelateria Pino in Piazza Maggiore a Bologna. Mi aspetta un gelato alla stracciatella di ottima fattura.

E ricordate: io ululo, latro, come tutte le persone, pis... io e cago nella latrina e bevo tante lattine.

Bevo il latte, mangio il fegato amaro come i gatti e sgattaiolo, facendo pure le fusa. Sono fuso? Macché. Sono fatto così. Se non vi sta bene, identificatevi con Batman, indossate il suo mantello e, fra meno di un mese, essendovi “smantellati” nel cervello, verrò a trovarmi in manicomio e vi offrirò delle caramelle. Fidatevi. Il futuro sarà orrendo come Colin Farrell col trucco da bruttarello. Se fate gli stronzi, contro di me non potete farcela. Fate cagare! Poiché, quando meno ve l’aspetterete, divento Birdman. Ah ah! Finisco con la mia “imprevedibile virtù dell’ignoranza”: Nel Batman di Tim Burton, v’ Michael Keaton e ovviamente anche in Birdman. Nel Batman di Tim Burton, c’è Jack Nicholson, protagonista di Qualcuno volò sul nido del cuculo. In cui furono presenti anche Danny DeVito, il Pinguino, e Christopher Lloyd. Lloyd recitò con Keaton in 4 pazzi in libertà.

Dunque, se mi reputate pazzo, prima datevi una calmata, assumete un tranquillante o, in casi gravi, un neurolettico, fatevi una cultura, non solo cinematografica perché, altrimenti, vi dimostrerò di esserlo sul serio, ah ah. Why so serious?

 

Robert Pattinson

The Batman (2022): Robert Pattinson

 

di Stefano Falotico

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