Regia di Matt Reeves vedi scheda film
Un film di paure e di ombre dove oscurità e adrenalina si mescolano e le indagini sui rapporti tra la malavita e l'élite politica conferiscono alla pellicola il tono del noir e del gangster movie più che del cinecomic. Robert Pattinson convince nel suo Batman/Bruce Wayne solitario e tormentato, segnato da traumi e insicurezza. Voto: 7,5 su 10.
Voto: 7,5 su 10
Non era facile riprendere in mano la saga di Batman dopo i trionfi della trilogia nolaniana e della pellicola dedicata all'antagonista Joker. Ci prova un regista meno blasonato di Nolan, ma giù ben rodato nei grossi progetti (Cloverfield, due reboot del Pianeta delle Scimmie), e il risultato non delude le aspettative legate ad un personaggio che al cinema ha saputo stagliarsi molto più in alto di ogni altro supereroe dei fumetti. Immerso in atmosfere dark che lo pongono in continuità con la precedente trilogia, il film di Matt Reeves si focalizza sulla corruzione che infetta Gotham City ad ogni livello e che ad un certo punto sembra schizzare di fango persino l'ammirata casata dei Wayne: una città talmente putrefatta che persino i crimini del crudele Enigmista, smascherando l'ipocrisia degli esponenti di spicco di quella marcia nomenklatura, possono attirare malcelata approvazione.
Un film di paure e di ombre (“They think I am hiding in the shadows ... but I am the shadows ” enuncia nell'incipt il protagonista) dove oscurità e adrenalina si mescolano e le indagini sui rapporti tra la malavita e l'élite politica, innescate dai delitti dell'Enigmista e dagli indovinelli che trasmette in buste indirizzate all'uomo pipistrello deposte sulla scena del crimine, conferiscono alla pellicola il tono del noir e del gangster movie più che del cinecomic. L'azione non è preponderante e lascia spazio alle indagini, mentre a Reeves pare interessare maggiromente inserire elementi horror, ad esempio l'inscenamento dell'omicidio iniziale del sindaco o una spaventosa Batmobile protagonista di un inseguimento di auto mozzafiato, tra i più avvincenti che abbia mai visto sul grande schermo.
Una pellicola magari un po' troppo lunga, sfiorando le tre ore magari accorciabili di una ventina di minuti, ma quasi sempre avvincente e affascinante. Solo nella sezione da disaster movie verso la conclusione perde un po' di smalto e originalità accontentandosi del convenzionale, ma si risolleva nel commovente finale col percorso parallelo in moto fino alla dolorosa separazione da Catwoman.
Eccellente tutto il comparto tecnico: la fotografia di Greig Fraser ci immerge in un'atmosfera piovosa e notturna, facendo brillare sprazzi di luce in un duello immerso nell'oscurità e stagliando silhouette scure su sfondi infuocati o i cieli al tramonto di una Gotham City perfettamente ricreata con parti di New York, di altre città e di CGI; il montaggio strabilia nella sequenza del car chase, mentre un sound design roboante ci fa tremare sulle poltroncine.
Robert Pattinson convince nel suo Batman/Bruce Wayne solitario e tormentato, ispirato a Kurt Cobain, molto lontano dalla spacconeria del macho privilegiato e invece segnato dall'insicurezza e dai traumi della sua infanzia. La sceenggiatura gli concede molte più scene mascherato da pipistrello che da Bruce, ma quando si leva il costume le cicatrici che gli solcano la schiena ci raccontano di quelle che gli solcano l'anima. Colin Farrell è assolutamente irriconoscibile sotto il trucco del suo Pinguino al punto che quando il suo nome appare nei titoli di coda si resta sconcertati. Paul Dano, per gran parte del tempo in scena col volto incerottato, tratteggia un villain inquietante al punto giusto, con parecchi punti di contatto con i reali stragisti frustrati radicalizzati e radicalizzanti sul Web. Mi ha deluso Andy Serkis come il maggiordomo Alfred, ma probabilmente è colpa di uno script che non gli concede scene significative e ci lascia a rimpiangere Michael Caine. La prova di Zoe Kravitz come Catwoman è ok contando che si tratta di una raccomandata “figlia di”, ma immeritevole delle lodi eccessive che alcuni le hanno tributato. Invece il più bravo per me è stato John Turturro nel ruolo del malavitoso Carmine Falcone, pare uscito da una saga di Coppola o Scorsese.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta