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La donna della spiaggia

Regia di Jean Renoir vedi scheda film

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La recensione su La donna della spiaggia

di Baliverna
7 stelle

Lascia la brava fidanzata per la donna della rovina, sposata per giunta, e inizia una singolartenzone con il suo torvo e ombroso marito.

Mi sembra una pellicola ben girata e recitata, con l'unica nota stonata costituita dal finale: non è che sia troppo ottimista, ma semplicemente lega male con il resto del film e ne rimane come estraneo. Non mi stupisce leggere, quindi, che sia stato imposto dalla produzione.
Per il resto, la pellicola è uno studio piuttosto complesso su un matrimonio senza amore, e probabilmente sbagliato in partenza. Lui l'ha sposata affascinato dalla sua bellezza, lei attratta dal fatto che era un pittore di grido e forse anche per i suoi soldi; oltre a questo, non sembra esserci stato molto altro, tanto che una siffatta candela si è consumata in fretta. Lei vuole divorziare, ma lui no, non si sa se per amore o per vendetta dei suoi tradimenti e del suo non amarlo più. Ciò che lei non è, tuttavia, è la moglie innocente tenuta prigioniera da un marito possessivo e crudele. E' anzi una donna calcolatrice e falsa, che odia il marito, sicché l'epiteto di "vipera" che questi le dà non sembra fuori luogo. Anche il suo interesse per il marinaio in congedo intepretato da Robert Ryan rimane ambiguo tra attrazione sessuale e antidoto anti-noia. Che dire di entrambi, dunque? Una coppia che si è sposata sostanzialmente per errore e che ora si consuma in un reciproco tormentarsi. E' abbastanza evidente che il confuso ufficiale di marina abbia preso in lei un abbaglio, e che in nessun caso potrebbe essere felice con quella donna, fosse anche rimosso l'ostacolo del marito. Verso di lei lo attira un sentimento torbido e morboso, che pesca in profondità dentro di lui, in luoghi della sua anima che neppure conosceva. L'amore per la fidanzata - questa sì una brava ragazza - sembra essere piuttosto superficiale; la sua richiesta di sposarsi immediatamente suona più come un tentativo di mettersi al riparo dalla sottile incertezza che lo punzecchia dentro, che come l'effetto di un amore passionale che vuole subito compimento.
Rilevo, infine, che la sequenza iniziale dell'incubo è molto riuscita, come riesce solo ai grandi registi. Peccato che la produzione abbia ficcato il naso un po' troppo e gli abbia rotto le uova nel paniere.
A guardarlo bene, sembra una "Fiamma del peccato" con qualche ritocco, senza nulla togliere all'originalità della messa in scena.

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