Regia di Philippe Falardeau vedi scheda film
Un film interessante ma certo non travolgente, che ricorda molto le atmosfere de "Il diavolo veste Prada" con una capa dispotica ed una giovane assistente che cerca in tutti i modi di renderla più mansueta. Sullo sfondo, ma veramente quasi in controluce, lo scrittore Salinger il cui mito di persona misantropa e solitaria sembra costruito a tavo
Il personaggio Salinger, scrittore di successo un pò misantropo (aspetto che fu in parte costruito ad arte per alimentarne il mito, ed il film ne rende giusto merito) era indubbiamente un boccone troppo ghiotto per non farne una pellicola. Così, con il pretesto di seguire il lavoro dell'agenzia letteraria che ne organizzava le sorti, ed in particolare di una giovane assistente appena assunta (con evidenti aspirazioni di diventare a sua volta scrittrice), il film ci permette da un lato di cogliere gli aspetti di un lavoro ai più sconosciuto (non basta certo essere un bravo scrittore per vendere più copie degli altri) e dall'altro di vedere in controluce lo stesso Salinger, che appare materialmente una volta sola e di spalle ma che si sente spesso al telefono quando deve organizzare la pubblicazione di alcuni racconti. Il film è gradevole ma ricalca fin troppo le atmosfere, lì molto più riuscite, de "Il diavolo veste Prada", quasi un dejavù della capa dispotica nei confronti della nuova arrivata che tuttavia riuscirà a far breccia nell'algida Crudelia arrivando quasi a a soffiargli il posto. Niente di particolarmente nuovo ed originale, un film comunque con il merito di mostrare un lato meno noto del mondo dell'editoria e della creazione dei miti letterari, al di là dei loro indiscutibili meriti.
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