La recensione su Ni no Kuni

di AndreaVenuti

7 stelle

Ni no Kuni è un film d'animazione del 2020, direto da Yoshiyuki Momose con musiche di Joe Hisaishi.

L'opera è visibile su Netflix doppiata -egregiamente- in italiano.

Sinossi: Yu e Haru sono due sedicenni amici d’infanzia, frequentano la stessa classe inoltre entrambi provano dei sinceri sentimenti per la loro coetanea Kotona.

Un giorno la ragazza viene attaccata da uno sconosciuto. La notizia ovviamente sconvolge i due giovani, i quali scopriranno come l’accaduto sia strettamente collegato a tutto ciò che succede in un mondo magico parallelo denominato Ni no kuni…

Ni no kuni è un film d’animazione ispirato all’omonima saga di videogiochi di ruolo sviluppata da Level-5 ed inaugurata bel 2010 con Ni no kuni La minaccia della strega Cinerea, progetto inatteso visto il coinvolgimento nientepopodimeno che dello Studio Ghibli.

L’opera è diretta da Yoshiyuki Momose, storico animatore del Ghibli recentemente passato dietro la macchina da presa; sua è infatti la regia di Samurai Egg secondo episodio dell’interessantissimo Eroi Modesti (visibile su Netflix), film d’animazione antologico dello Studio Ponoc fondato tra l’altro da altri due fidati membri ghibliani come Yoshiaki Nishimura ed Hiromasa Yonebayashi.

Le attese su questo film erano molte visto il successo delle opere da cui è tratto e al netto di alcune imprecisioni il progetto ne esce vincitore rievocando le fiabesche ambientazioni ma allo stesso tempo proponendo una narrativa più adulta rispetto alla saga videoludica, il cui target è abbastanza specifico (giovani-adulti).

Il lavoro svolto da Yoshiyuki Momose è peculiare; inizialmente il noto veterano opta per un classico slice of life mostrandoci la vita quotidiana di tre adolescenti tipo e da un punto di vista tecnico il regista rievoca un po’ il foto-realismo di Makoto Shinkai, in quanto la Tokyo del film è davvero ricca di dettagli con tanto di treno in transito (immagine tipica di Shinkai).

Detto questo una delle note più positive è la continua alternanza tra il mondo reale e quello fiabesco, ed ecco che lo stile cambia nuovamente chiamando in causa il passato del regista.

Yoshiyuki Momose quando trasporta i suoi giovani protagonisti nel mondo fantastico privilegia un approccio realistico magico-pittorico distinto da colori raggianti, elemento paradigmatico dello Studio Ghibli.

A scanso di equivoci Momose omaggia apertamente i suoi maestri Miyazaki e Takahata in una sequenza simpatica che vede i due protagonisti rimanere affascinati da una statua gigante raffigurante un gatto al punto che uno dei due ragazzi lo considera forse «il grande eroe di questo mondo», esplicito richiamo al gradevole La ricompensa del Gatto del 2002 di Hiroyuki Morita.

Ghibli intercettabile pure in alcune tematiche cardine dell’opera. Ni no kuni è un film pacifista e antimilitarista; certo concetti così importanti meritano maggiore approffondimento mentre qui sono solamente accennati attraverso facili battute, con ciò sono pur sempre presenti e male non fa.

In aggiunta in alcune sequenze si percepisce addirittura l’amore verso il volo o la natura, due storici argomenti miyazakiani.

Considerando la materia da cui si ispira l’opera risulta lodevole la scrittura dove si affrontano, in alcuni specifici segmenti, argomenti seri tra cui mali sulla carta incurabili che colpiscono indiscriminatamente chiunque. Momose riesce a drammatizzare bene le sequenze senza ricorrere ad un inutile buonismo o ad un facile momento “strappa-lacrime” bensì quando serve va dritto al punto senza guardarsi indietro con incredibile realismo e maturità.

In precedenza si accennava ad alcune imprecisioni e nonostante io stesso mi sia soffermato con parole positive sull’operato tecnico-registico è pur sempre possibile individuare in alcune situazioni di battaglia/scontri una fluidità altalenante e leggermente scattosa delle animazioni inoltre non convince pienamente l’utilizzo, fortunatamente minimo, della CGI impiegato per la rappresentazione di alcune creature magiche e animalesche giganti.