La recensione su Il discorso perfetto

di alan smithee

6 stelle

Un trentacinquenne nevrotico ed ipocondriaco, riceve il colpo di grazia dalla sua fidanzata quando lei, di punto in bianco e senza apparenti preavvisi, gli comunica l'intenzione di prendersi una pausa dal loro rapporto.

"J'ai besoin d'une pause".

Il mondo, di punto in bianco, gli frana addosso, soorattutto dopo che, pronunciata la fatidica frase, si vede passare dalla teoria alla pratica, con la donna che abbandona l'alloggio del nostro uomo, a cui non resta altro se non rimanere in attesa di un suo segnale.

Per questo si attacca al cellulare, che tuttavia non pare dargli ulteriori notizie di alcun tipo dell'amata.

Benjamin Lavernhe, Sara Giraudeau, Julia Piaton, Kyan Khojandi, François Morel, Guilaine Londez

A cena dai genitori, una madre sin troppo accondiscendente ed un padre buono, quanto petulante e ripetitivo, in presenza della sorella perfettina e permalosa, e del pedante futuro genero, all'uomo verrà chiesto di pronunciare un discorso in occasione della cerimonia: richiesta che induce il nostro uomo a sprofondare in un baratro di incertezze ancor più lancinanti, tra nevrosi galoppante e azioni spesso inconsulte.

Dramma introspettivo?

Niente affatto, perché Le discours, sceneggiato brillantemente e con verve dal regista Laurent Tirard e tratto dall'omonimo romanzo di Fabrice Caro, è un'esplosione di humor ed ironia che, in mano al brillante attore della Comedie Francaise, Benjamin Lavernhe, perfettamente a suo agio nel tratteggiate tic e fantasie compulsive del protagonista, riesce a dar vita ad una commedia ironica piena di ritmo e di situazioni irresistibili.

Diciamo pure che ne vorremmo, di commedie brillanti e ben fatte tra le desolanti ripetitività e carinerie prodotte nel nostro paese in tema di commedia brillante, come quelle che, non troppo raramente, ci capita di veder sfornare dal cinema transalpino!

Fanno da contorno allo straordinario protagonista, un gruppo di attori eccezionali, tra cui riconosciamo il volto dolente "da Maggie Gyllenhall" dell'ottima, ironica e scanzonata Sara Giraudeau.

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