Regia di James Foley vedi scheda film
Chinatown è un mondo a parte. Ha le sue leggi, i suoi padroni, persino i suoi poliziotti. Gente senza scrupoli come Chen (Chow Yun-Fat), che per combattere la mafia emergente utilizza gli stessi metodi dei criminali. Allo stesso tempo, però, sta bene attento a non disturbare troppo il manovratore, vale a dire il vero boss del quartiere, un Richelieu che dispensa dollari e prostitute come fossero biglietti della lotteria. Il nuovo partner dello sbirro ha origini irlandesi, si adatta male al milieu cinese, è onesto ma in fondo corruttibile come gli altri. Dopo alcune prove opache l’indipendente James Foley torna ai livelli dei suoi migliori exploit (“A distanza ravvicinata”, “Americani”), senza lasciarsi troppo coinvolgere dalla moda del poliziesco made in Hong Kong. “The corruptor - Indagine a Chinatown” sembra anzi un film Anni ‘70, quando il braccio violento della legge era davvero irrispettoso delle regole. Un tuffo all’indietro che coincide addirittura con la riscoperta linguistica del tanto vituperato zoom e che offre al divo cinese Chow Yun-Fat il primo ruolo importante della sua nuova carriera americana. Memorabile, nella sua teatralità, il confronto tra Wahlberg e il padre caduto in disgrazia.
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