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Schoolgirls

Regia di Pilar Palomero vedi scheda film

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La recensione su Schoolgirls

di alan smithee
6 stelle

locandina

Schoolgirls (2020): locandina

TORINO FILM FESTIVAL 38 – CONCORSO TORINO 38

Celia ha dodici anni, vive con la madre senza aver mai conosciuto il padre, in una Spagna degli anni '90 in cui una famiglia diversa dagli schemi condivisi, poteva ancora costituire la chiave per discriminare o prendersi crudelmente beffa del soggetto considerato come diverso. In più la ragazza, in pieno scombussolamento ormonale, che si trova a condividere con le amiche non meno coinvolte, deve fare i conti con una realtà scolastica gestita da suore severe che mal tollerano ogni tentativo di poter razionalmente affrontare tematiche giudicate proibite o scandalose.

 

scena

Schoolgirls (2020): scena

scena

Schoolgirls (2020): scena

 

In pieno sviluppo anche fisico, che la vede quasi colpevolizzata per le prorompenti forme da donna che il fisico repentinamente viene a disegnarle, Celia dovrà fare i conti con la sua innata curiosità e voglia di vivere, e quel clima di omertà e cieco opportunismo che circola sia in ambito scolastico, sia nei confronti di una genitrice troppo inflessibile, forse anche per colpe giovanili che in qualche modo, forse senza neppure volerlo, la donna scarica sulla incolpevole figlia.

Al suo film d'esordio, la quarantenne regista spagnola Pilar Palomero ci intrattiene con un intenso racconto di formazione, molto intimo e privato, con cui una ragazzina affronta lo stress del divenire adulta senza un necessario ed utile preavviso, senza una maturazione ed una completezza di informazioni che, di certo, la aiuterebbero a prendere coscienza più serenamente dei misteri del divenire adulti, senza per forza doversi sentire un alieno sommerso di colpe e di complessi.

 

locandina

Schoolgirls (2020): locandina

 

L'approccio che la regista riesce ad avere con una tematica già ampiamente trattata, al cinema in particolar modo (il più fatuo e superficiale Melissa P. esordio meno promettente del previsto di Guadagnino ne è un esempio italo-spagnolo piuttosto calzante) ma non meno impellente e suscettibile di interesse, si aggrappa alla sua protagonista e alle sue amiche del gruppo, lolite loro malgrado e maliziosamente quasi succubi dell'irressitibile travaglio ormonale che le coglie di sopresa, riuscendo a farci entrare in intimità con un percorso esistenziale pieno di insidie ed insicurezze, che rendono il percorso un cammino cieco, minacciato da ostacoli imprevedibili che certi atteggiamenti omertosi e bigotti di adulti troppo fermi su posizioni ottusamente intransigenti, non fanno che rendere più pericoloso e sdrucciolevole.

 

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