Regia di Flavio Mogherini vedi scheda film
Pochi giorni fa tra le vittime silenziose del Covid-19 c’è stata anche quella del musicista Detto Mariano. Famoso per essere stato uno del Clan di Celentano e per aver firmato le musiche di alcune canzoni del mitico Adriano. Musicista di colonne sonore tra i settanta e gli ottanta di numerose commedie di Castellano & Pipolo. Compositore di musiche orecchiabili che strizzavano l’o(re)cchio all’originaria musica leggera. Nel ’76 compose, probabilmente, una delle sue migliori colonne sonore (tra le più complete) racchiusa in una manciata di pezzi davvero trasversali: Preludio, un virtuosismo tra Bach e Mozart; Mongolfiere, il gustoso e trascinante refrain; Luisa, romantica e struggente; Memories Concert, solenne con ironia; Sprint Boss, moderna e più vicina alla cifra Celentaniana, tant’è che introduceva e descriveva le scene di Sprint Boss, appunto Celentano medesimo.
La pellicola in oggetto è “Culastrisce nobile veneziano”, commedia sofisticata ambientata a Venezia e diretta da Flavio Mogherini. Da un testo teatrale di Maurizio Costanzo, adattato dal regista con altri nomi tra i quali Amedeo Pagani e Barbara Alberti. Il marchese Luca Maria Sbresson vive nel ricordo della moglie Luisa in una sontuosa villa ricca di affreschi del Tiepolo e del Veronese, di architetture Palladiane. Capita lì per caso lo stralunato organista Agostino Nebiolo. Dapprima il musicista resta perplesso di fronte alle stranezze del marchese, poi le presenta una nuova e rassomigliante Luisa, la donna popolana di Sprint Boss dalla margherita in bocca. La donna, volgare e puttana, perde punti su una colata di cemento sopra un affresco del ‘500. Nebiolo diventa il miglior complice del marchese per tornare ad una pacifica invenzione letterale.
I due protagonisti sono un divertito e suadente Marcello Mastroianni nei panni del marchese, Agostino un brillante Lino Toffolo dalla bravura spesso sottostimata. L’inedita coppia funziona e regge un film sovente pretenzioso e velleitario. Luisa è Claudia Mori doppiata da Rita Savagnone, mentre Adriano Celentano lascia il segno con fugaci apparizioni, pause ad effetto e abbigliamento di altra epoca. Come scritto in apertura, le musiche di Detto Mariano riescono ad andare al di là del simpatico motivetto che nelle pellicole successive faranno da leitmotiv costante della sua carriera.
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